Guido Ceronetti, il filosofo ignoto
13 9 2018
Guido Ceronetti, il filosofo ignoto

La sua Carcassa circense a Mantova, nel lontano 1997

«Sembrava una specie di Artaud redivivo», disse di lui Ernesto Ferrero, mentre Goffredo Parise esaltò la sua prosa «in perenne ebollizione», imprevedibile, fatta di «lampi, rombi, sciabolate di fuoco, risate luciferine commiste a lievi sorrisi dolci e funebri». Tutta l'opera scenica, poetica e filosofica di Guido Ceronetti (Torino, 1927), scomparso ieri a Cetona all'età di 91 anni, è stata una gioia letteraria, una continua riflessione sul gesto vivo della parola. Indimenticabili le sue traduzioni di alcuni tra i libri biblici più celebri (dal "Qohélet" ai "Salmi", passando per il "Cantico dei Cantici") e di classici della letteratura latina, senza dimenticare il suo dialogo con i poeti moderni, da Baudelaire a Kavafis, in parte testimoniato dal bellissimo libro di traduzioni Come un talismano.

Nel 1970, ad Albano Laziale, fondò insieme alla moglie Erica Tedeschi il Teatro dei Sensibili, un surreale teatro di marionette che ha fatto storia e che ha dato sfogo alla sua inesauribile creatività. Proprio con la sua compagnia, nel lontano 1997, prese parte al primo Festival regalandoci insieme a Rosanna Gentili e Bartolo Incoronato La Carcassa circense, uno spettacolo per marionette, azioni mimiche, cartelli e organo di Barberia pieno di poesia. Da allora la storia di Festivaletteratura è puntellata di scene e presenze indimenticabili, ma più si va indietro negli anni più diventa difficile raccontarle; a volte non resta che una manciata di fotografie o la testimonianza di qualcuno che vi ha preso parte. Piazza Alberti animata da Jeremy, Lavinia e Sansone fu senz'altro una di queste, e forse Ceronetti avrebbe preferito che lo ricordassimo così, con la foto di un uomo col cappello a cilindro che regalava sogni per strada. E che ancora richiama la gioia dei nostri primi passi.

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