I multiversi di David Mitchell
10 9 2016
I multiversi di David Mitchell

"I custodi di Slade House" conferma Mitchell un grande autore di fantascienza

Leggere i romanzi di David Mitchell è come muoversi tra le stanze di una casa e scoprire ogni volta che cosa accade. La narrativa dell'autore britannico è una incommensurabile fonte di invenzione con trame multiple che si intrecciano continuamente in un infinito gioco combinatorio. Sicuramente Mitchell sa sfuggire al minimalismo insistendo sull'innovazione della struttura e dello stile. Quello che più intriga i lettori è la sua capacità di rimodellare la rete narrativa attraverso molteplici possibilità senza perdere la nostra attenzione.

Tullio Avoledo nel suo dialogo con l'autore ha messo in evidenza proprio questa straordinaria capacità di creare trame salde e ben collegate tra loro. Inoltre, si possono individuare almeno due elementi caratterizzanti la sua scrittura: il tempo e la musica. «Sono come S. Agostino, capisco cosa è il tempo, ma solo fintanto che qualcuno non mi chiede cosa è.» Così ha affermato Mitchell a una delle domande più difficili su uno degli elementi fondanti di un romanzo. Il tempo è ogni possibile metafora del tempo: un fiume, una freccia, un serpente che si morde la coda.

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La grammatica e la sintassi della lingua possono influenzare profondamente ciò che pensiamo. In ogni lingua il tempo è un singolare: Mitchell, invece, è convinto che debba essere un concetto assolutamente plurale. Nel suo contesto storico i passati prossimi si intrecciano indissolubilmente ai futuri remoti. Con il suo ultimo romanzo I custodi di Slade House lo scrittore britannico, autore del famoso successo editoriale Cloud Atlas, si conferma uno dei più grandi autori di fantascienza con la sua versatilità e capacità di utilizzare un tempo circolare: proprio soffermandosi sul tempo riesce a rinnovarne l'utilizzo. Probabilmente molti scrittori non ci avevano ancora pensato e il coraggio è la giusta costante.

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