Identità europea, turismo di massa e un olandese in Italia
11 9 2020
Identità europea, turismo di massa e un olandese in Italia

Ilja Leonard Pfeijffer e i suoi libri tra Genova e Venezia

La letteratura accademica che si occupa di relazioni internazionali affronta diffusamente il tema dell’identità europea in relazione al processo di integrazione europea, che è descritta attraverso due principali componenti simboliche: la prima ha che vedere con le leggi e con l’evoluzione della governance dell’Unione europea. La seconda riguarda appunto il modo in cui i cittadini europei si identificano con i valori caratterizzanti l’Unione. In questo contesto, l’identità europea è costituita da due componenti: una componente civica riconosce che alcuni cittadini europei si identificano maggiormente con gli elementi politici e legali dell’Unione, come l’esistenza di leggi, istituzioni e leggi comuni, e come la libera circolazione di persone e prodotti.

La componente culturale dell’identità europea, invece, ha a che vedere con l’identificazione dei cittadini con elementi quali storia e patrimonio culturale comune, uguaglianza di valori e idee e con l’esistenza di linguaggi e religione condivisi. Ma il tema dell’identità europea è tutt’altro che chiaramente definito, specie perché attiene appunto alla percezione individuale, tant’è che la Commissione Europea ha finanziato, tramite il programma per la ricerca Horizon 2020, diversi progetti che puntano a chiarire e misurare il concetto di identità europea, per aiutare le politiche comunitarie a creare una più ampia adesione dei cittadini ai valori fondanti dell’Unione Europea.

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In questo contesto è particolarmente interessante l’opera di Ilja Leonard Pfeijffer, poeta e scrittore olandese, che vive a Genova dal 2008. Il romanzo La Superba (Nutrimenti, 2018), ad esempio, è dedicato a Genova e all'emigrazione. Grand Hotel Europa (Nutrimenti, 2020), invece, è la storia di un personaggio, che ha lo stesso nome dell’autore, pur non essendo identificato con l’autore stesso, e che giunge al Grand Hotel Europa con l’idea di rimanerci per il tempo necessario a recuperare dalla sofferenza dovuta alla fine della storia d’amore con Clio. La storia è raccontata e rivissuta dal personaggio del libro, dall’incontro a Genova al trasferimento a Venezia. È in questo contesto che emerge una riflessione sull’identità europea, e sulla migrazione, che nel libro si alimenta attraverso gli incontri fatti dai personaggi. Fuori dalla finzione, invece, l’idea che Ilja Pfeijffer ha dell’identità europea è abbastanza chiara: «Più vivevo a Genova, meno mi sentivo olandese. E più mi sentivo italiano. Ma soprattutto mi sentivo sempre più europeo. Ma cosa vuol dire sentirsi europeo? Credo che una delle caratteristiche che condividiamo, come europei, sia sentire l’onnipresenza del passato, in modo tangibile».

Per l’autore olandese, intervistato da Bruno Gambarotta nel cortile del palazzo di San Sebastiano, l’identità europea è connessa a un sentimento di decadenza, un sentire di avere alle spalle i tempi migliori, un vivere un presente peggiore di un grandioso passato. In questo contesto, continua Pfeijffer, l’Europa è arrivata a un punto, nella storia, in cui deve reinventarsi, perché il passato è onnipresente.

Ma il passato si può vendere: è con questa considerazione che la riflessione muove verso un altro tema fondamentale, quello del turismo. Venezia, vissuta dai protagonisti di Grand Hotel Europa, è una città ormai senz’anima, abbandonata dai residenti, che erano quasi 200.000 dopo la seconda guerra mondiale e sono ora poco più di 50.000, e invasa da una massa di turisti stimata in più di 20 milioni l’anno.

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Il paradosso, dice Pfeijffer, è che tutti noi ci sentiamo viaggiatori, non turisti. I turisti sono gli altri, che con la loro presenza impediscono di vivere una esperienza autentica. Per questo tutti siamo arrabbiati coi turisti. È vero in ogni parte del mondo: a Saigon, ricorda Gambarotta, i tour operator organizzano quotidianamente finti matrimoni in cui i turisti possono capitare “per caso”. Ma, chiosa Pfeijffer, è un problema di identità soprattutto per l’Europa, che «è diventata un parco per turisti. È diventata il luogo di villeggiatura del mondo».

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