Il COVID-19 a confine tra presagi e intuizioni biologiche
9 9 2020
Il COVID-19 a confine tra presagi e intuizioni biologiche

Profezie scientifiche

Il secondo appuntamento con le interviste impossibili di Festivaletteratura rivela sconforto e stupore proprio per le ragioni della sua impossibilità. Lo scrittore scientifico David Quammen, infatti, si trova impossibilitato a presenziare a Mantova per le conseguenze di una pandemia che aveva predetto nel suo fortunato Spillover, uscito negli Stati Uniti nel 2012 e pubblicato per Adelphi in Italia nel 2014. Nell’analizzare il salto di specie su altri casi di virus osservati nei suoi viaggi, aveva infatti profetizzato che il prossimo sarebbe probabilmente stato un coronavirus, sarebbe provenuto da un pipistrello e sarebbe apparso in un mercato cinese. Additato come veggente, Quammen ora affronta la questione con umiltà: «preferirei avere avuto torto».

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Nella prima parte dell’evento l’autore statunitense, stimolato dalle domande di Telmo Pievani, si sofferma sui protagonisti del suo ultimo libro L’albero intricato. Fra questi spiccano i biologi Carl Woese e Lynn Margulis, icone anti-conformistiche rimaste inizialmente ai margini del dibattito scientifico. Il primo, forte di una metodologia di studi personalmente affinata, scoprì che oltre al regno dei batteri (organismi semplici) e a quello degli eucarioti (creature complesse come funghi, piante e animali), esisteva un terzo regno di organismi chiamati archèi. Uguali ai batteri al microscopio, si mostravano in realtà più simili agli eucarioti in seguito al sequenziamento del genoma. La seconda studiosa rivoluzionò il panorama scientifico con la teoria dell’endosimbiosi, che ambiva a sbugiardare la rigorosità del modello darwiniano. Per Quammen non si può scartare l’ossatura della teoria di Darwin: le sue intuizioni sono giuste ma incomplete, d’altra parte non era un microbiologo. Tuttavia, andrebbe privilegiato un sistema teorico più focalizzato sulla simbiosi e sulla cooperazione che sulla competizione.

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Un altro riferimento impossibile da ignorare alla luce della situazione pandemica attuale è il trasferimento genico orizzontale, attraverso il quale i virus trasportano pacchetti di informazioni genetiche non verticalmente come vuole il fenomeno della riproduzione ma, per l’appunto, orizzontalmente, ovvero da una cellula batterica all’altra. Questo processo è una delle motivazioni per cui il SARS-CoV-2, l’attuale coronavirus, si è diffuso globalmente con tanta facilità. Pievani e Quammen cercano di esplorarne l’eziologia, su cui la comunità scientifica si mostra tuttora cauta. Il genoma studiato negli umani si è mostrato per il 96% identico a quello di una particolare specie di pipistrelli cinesi. E forse questo coronavirus si è combinato con un altro portato dal pangolino, un formichiere squamoso vittima di traffici illegali in Asia ed Africa, creando un terzo tipo di virus che ha trovato nell’umano il suo ospite ideale. La scienza non è ancora pronta per dare risposte definitive.

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Il 20% circa del genoma umano è composto da virus, i quali fanno a tutti gli effetti parte dell’albero della vita: alcuni possono anche avere effetti benefici. Nel caso della gravidanza, per esempio, un gene virale è responsabile del passaggio di nutrienti dalla madre al feto. La scienza moderna, pur mantenendo il suo intrinseco scetticismo, deve dunque rimanere attenta nei confronti delle nuove riflessioni provenienti dal panorama internazionale sull’evoluzione dei vari fenomeni biologici. Quammen nel frattempo è al lavoro su un nuovo libro legato a tali questioni, in attesa di rimettersi in viaggio per potere studiare il caso sul campo e contribuire nuovamente all’arricchimento di teorie scientifiche che, nell’interesse di tutti noi, avrebbero preferito non dargli ragione.

Festivaletteratura