Un affascinante itinerario tra arte, manoscritti e letteratura novecentesca, guidati da Eloisa Morra e Francesca Scotti
«L’uomo agli animali ha sempre chiesto tutto: ha chiesto loro di predire il futuro, li ha cercati nelle stelle, li ha umanizzati per meglio comprendersi».
Nell’incontro di oggi, Eloisa Morra e Francesca Scotti chiedono invece agli animali, che abitano le pagine dei manoscritti della Biblioteca Teresiana, di scendere dai loro alti scaffali e accompagnare il pubblico in un itinerario originale, appositamente realizzato dalle studiose.
L’appuntamento si svolge, infatti, nell’ambito della serie di eventi “Collane”, che anche quest’anno chiede agli autori di entrare nelle biblioteche cittadine, con l’intento di creare, appunto, una Collana originale sul tema che più li appassiona.
Le due studiose trovano la loro risposta nel comune amore verso gli animali, oltre che per quel sottile spazio liminale che si crea tra il mondo reale e quello fantastico «che è un po’ il posto in cui più ci piace vivere», commenta Morra. Ad unire queste due passioni è l’antico e sempiterno genere del Bestiario, che racconta all’uomo contemporaneo qualcosa che può ritrovare in se stesso anche oggi: l’occhio, a volte inconsapevole, ma sempre curioso e puntato sul mondo delle creature animali, per domandare, interpretare e raccontare.
Il percorso, illustrato riccamente da Morra e Scotti, contiene diverse sezioni, divise per punti di vista. Tra incunaboli e testi contemporanei, si può infatti scegliere di osservare questo mondo seguendo l’occhio tassonomico degli scienziati, lasciandosi stupire dalla precisione dei pesci di Elieser Bloch, o dalle farfalle di Sibylla Merian; oppure si più imboccare la meravigliosa strada dell’errore, perdendosi nei disegni presenti nella Poetica Astronomica di Igino, così come tra i mostri, al tempo stesso seducenti e spaventosi, di Ulisse Aldrovandi, raccolti nella Monstrorum Historia.
I punti di vista proposti sono diversi e eclettici, e non potrebbe essere diversamente. L’uomo osserva il mondo animale da sempre, perché, come le due autrici ricordano citando Perché guardiamo gli animali? di John Berger, «in essi l’uomo va cercando soprattutto se stesso», con l’inevitabilità di una risposta poliedrica e sempre originale. È un’esigenza che nasce dal segreto che gli animali conservano nei confronti dell’uomo, e che quindi l’uomo è stato sempre libero di interpretare a suo modo.
Interpretare e così narrare, perché nella seconda parte dell’intervento le autrici forniscono una seconda collana, questa volta a metà tra il XX e il XXI secolo: una vera e propria biblioteca tematica nel segno dei bestiari moderni.
Partendo da Toti Scialoja, l’amore per il quale unisce le due autrici e di cui Eloisa Morra ha curato diversi saggi e conferenze, si arriva al Bestiario Sentimentale di Guadalupe Nettel che dà il titolo all’evento, passando per Katherine Mansfield con le sue rondini, i gatti all’interno dell’opera di Elsa Morante e le Galline Pensierose di Luigi Malerba. Sono animali che insegnano, che diventano simboli e maestri; animali che rispecchiano, che lo vogliano o meno, ciò che su di loro si riversa.
Metafora concreta di questo affollamento di animali in letteratura è La camera degli animali (Il Saggiatore, 2022), una raccolta curata da Francesca Scotti che crede che esista «una stanza, in un luogo sperduto e quasi inaccessibile, in cui il tempo non scorre […] piena degli oggetti più strani e variopinti, di scompartimenti nascosti, specchi, suoni, fantasmi, ma soprattutto dimora di tutti gli animali del mondo».
Nell’uscire da questa stanza, l’invito delle autrici è di costruire il proprio, personale bestiario sentimentale, perché, citando Nettel, «non siamo più in grado di osservarci veramente», e quindi forse è nella sensibilità con la quale la letteratura ha tentato di cogliere il «corpo culturale» degli animali che possiamo meglio comprendere il nostro.