Il giardino della vita
10 9 2016
Il giardino della vita

La lotta di una donna contro la SLA che deperisce a differenza del suo giardino che diventa sempre più rigoglioso

«La mia felicità in giardino era sincera, però minata da un senso di inadeguatezza» ha scritto Pia Pera, recentemente scomparsa, nel libro Al Giardino ancora non l’ho detto. All'interno della propria opera la scrittrice ha descritto il suo rapporto con la SLA ed i cambiamenti che è stata costretta ad affrontare a causa della malattia degenerativa.

Uno degli aspetti più penalizzanti e che la faceva più soffrire era non potersi più occupare come un tempo del suo giardino: «Comincio sempre di più a somigliare ad una pianta di cui prendersi cura». È così che si definisce la scrittrice nel libro, letto dalla travolgente Lorenza Zambon su una base musicale di Marco Reconditi; è la storia della lotta contro la SLA, del corpo di una donna che appassisce a causa della malattia proprio come una rosa che col tempo si secca. È un racconto coraggioso e coinvolgente, arricchito di pathos grazie alle musiche di Remondini. Un pubblico numeroso segue, chiude gli occhi, si commuove.

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Lorenza Zambon sa come catturare l’attenzione dei presenti: si alza, si siede, incalza il ritmo e lo rallenta, crea un giardino da manciate di terra. Una lettura talmente forte e appassionante da coinvolgere gli ascoltatori e portarli nella cruda realtà del libro. Raggiunge la Zambon una cara amica della scrittrice che nel ricordarla si commuove riuscendo a coinvolgere ancor di più gli spettatori.

«La leggerezza interiore nasce forse dal sentirmi libera dalla zavorra terribile del futuro» scrive nel libro Pia Pera, che nel corso del libro riesce ad accettare con coraggio sempre maggiore il futuro ormai già scritto riscoprendo la bellezza di ciò che la circonda. Il giardino diventa ai suoi occhi sempre più affascinante e particolare, mentre lei appassisce questo diventa sempre più rigoglioso.

«Faccio finalmente parte del giardino, di quel mondo fluttuante di trasformazioni continue».

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