Il grande poema dell'avventura
1 2 2021
Il grande poema dell'avventura

Michel Le Bris (1944-2021) a Festivaletteratura

«Di fronte alle macchine di morte delle ideologie, di fronte a tutto ciò che pretende di determinare e di costringere, affermare che esiste nell’uomo una dimensione di grandezza, una verticalità, una potenza di creazione che lo fonda nella sua umanità, di cui la poesia è testimone: questa mi sembra essere una delle sfide del tempo presente.»


Ha il tono di un magnifico epitaffio la conclusione del lemma – poème – che Michel Le Bris aggiunse nel 2011 al Vocabolario Europeo di Festivaletteratura. In poche righe, l'opera di questo insigne esponente del pensiero francese contemporaneo, venuto a mancare lo scorso 30 gennaio, si condensa in una celebrazione dell'arte poetica e della «dimensione di trascendenza» che essa trova nel suo creatore, sopravanzando l'usura del tempo.
La potenza della creazione di cui egli scrisse all'epoca fa rima con un altro filo conduttore del suo lavoro: l'esplorazione. Dalle pagine di Libération – che fondò a Parigi insieme a Sartre e ad altri intellettuali – a quelle di scrittori come Robert Louis Stevenson e Jack London, Le Bris era il segno vivente di un viaggiatore ideale, di un amante del sapere che intravede nell'incontro tra i popoli, nel "noi", la ragione profonda della scrittura.
Tale inclinazione si è espressa in un'operosa militanza intellettuale e in decine di articoli e saggi – tra i quali Dizionario amoroso degli esploratori e La bellezza del mondo, splendida biografia degli avventurieri e documentaristi americani Martin e Osa Johnson; in appelli che hanno coinvolto i maggiori rappresentanti della letteratura francese dei nostri giorni (in particolare il memorabile Pour une littérature-monde en français del 2007, apparso sulle colonne del quotidiano Le Monde e poi alla base di un importante volume collettivo curato insieme a Jean Rouaud ed Eva Almassy); nella realizzazione di un festival letterario, Etonnants Voyageurs, che dal 1990 raccoglie a Saint-Malo, in Bretagna, tutte le voci del mondo in un evento culturale di ampio respiro.

Vale davvero la pena, in questi giorni, riascoltare i due interventi che Le Bris tenne al Festival nel 2011: tanto il dialogo con Kallia Papadaki e Giuseppe Antonelli per la stesura del Vocabolario Europeo, che l'evento in compagnia di Patrizio Roversi e Peter Mead a San Maurizio, imperniato sulle temerarie vite dei viaggiatori, sulla fascinazione che la natura, l'esplorazione e l'avventura esercitano da millenni su esseri umani di ogni età e latitudine.

(caricamento...)

(caricamento...)

Festivaletteratura