Il libro dei (miei) vent'anni
10 8 2016
Il libro dei (miei) vent'anni

C'è un libro che può accendere la miccia?

A vent’anni i pensieri e i sentimenti aspettano di esplodere. Ma c’è un libro che può accendere la miccia? Giunto a questo importante traguardo della sua esistenza, Festivaletteratura ha chiesto consiglio. Venti degli scrittori ospiti alla ventesima edizione proveranno a raccontare a Federico Taddia - in venti minuti - il libro dei loro vent’anni, quello che meglio ha interpretato e saputo tradurre in parole e immagini le aspirazioni, le passioni, il desiderio di futuro che ciascuno di loro ha provato nella più formidabile delle stagioni della vita. Una piccola bibliografia su come si diventa giovani, leggendo.

Abbiamo chiesto agli autori selezionati di raccontarci in qualche riga il libro da loro selezionato.

Ogni giorno troverete aggiornato l'elenco con i contributi della giornata:

Mercoledì 7 inizia Simonetta Agnello Hornby su La storia di Genji di Shikibu Murasaki:

(caricamento...)

La Storia di Genji mi fu consigliata dal professore di Storia dell'arte giapponese; ero una studentessa all'università del Kansas e potevo scegliere tre materie facoltative oltre a quelle di giurisprudenza. Un tomo di 1000 pagine, all'inizio mi sgomentò, poi non riuscivo a smettere di leggerlo. Scritto da una donna nata nel 975 appartenente alla classe della piccola aristocrazia, racconta la vita di Genji, amatissimo figlio illegittimo dell'Imperatore, un uomo di grande bellezza e cultura, dedicato alla famiglia reale, che fu principe, generale e poi, dopo la morte del padre, venne allontanato dal nuovo imperatore, e visse lontano dalla corte del giapponese.Genji, uomo sensuale, ebbe mogli e concubine, oltre a varie altre donne. Amò una delle concubine del padre e il figlio nato da quell'amore divenne imperatore. Genji sembrerebbe una brutta persona, invece, in un mondo in cui innamorarsi di altri era concesso, o almeno tollerato, purchè l'unità della famiglia non fosse distrutta, Genji mantenne il rispetto della famiglia della moglie e degli altri.Genji era poeta e calligrafo e amava la musica; si esprimeva in versi e frequentava i monasteri, dove i religiosi vivevano per anni, e da cui potevano allontanarsi per periodi. Genji era gratificato dalla natura e dall'alternarsi delle stagioni.
E' il primo romanzo psicologico del mondo, fresco e attuale dopo dieci Secoli. Ha cambiato il mio modo di osservare e di giudicare i comportamenti umani, di godere di tutto quanto di bello si trova nel mondo, e a rispettare la natura e gli altri esseri umani.

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Corrado Augias sceglie I promessi sposi di Alessandro Manzoni

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


(caricamento...)

Chiara Valerio continua nella giornata di mercoledì con Tra un atto e l'altro di Virginia Woolf:

Al centro di Tra un atto e l'altro c'è una casa, Pointz Hall, con un giardino. Nella casa stanno alcuni componenti della famiglia Oliver e un cane. Nel giardino si muovono gli attori e Miss La Trobe, la regista: devono mettere in scena una commedia, una rappresentazione storica. Come ogni anno. Solo che siamo nel giugno del 1939 e c'è la guerra. Tra un atto e l'altro è l'ultimo romanzo di Virginia Woolf, pubblicato postumo, a pochi mesi dalla morte, racconta, il tempo presente e il presente del tempo e dunque, oltre al resto, come nasce e perché nasce il reality show. O, almeno, negli anni in cui l'ho letto, riletto, e tradotto, mi pare dica anche questo; è un romanzo che ho letto fino ai vent'anni e che ho ripreso quando avevo quasi due volte vent'anni.

(caricamento...)

(caricamento...)


Cominciano anche ad arrivare i libri dei 20 anni di volontari e pubblico di Festivaletteratura: continuate a twittarci #librodei20 #FestLet!

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


(caricamento...)

Nella giornata di giovedì, Bianca Pitzorno legge e rilegge Il cavaliere inesistente di Italo Calvino:

A vent’anni ti chiedi ancora chi sei veramente. Hai terminato il liceo e cominciato l’università. La scelta non è stata facile; forse avresti dovuto farne un’altra. Ti sei incamminata per caso su una strada senza ritorno? Ti considerano tutti un’adulta, ma finanziariamente dipendi ancora dai tuoi genitori, e chissà per quanti anni ancora. Hai appena preso la patente, puoi guidare una macchina, ma ancora – siamo nel 1962 - non puoi votare. Ti innamori ancora perdutamente, come nell’adolescenza, ma adesso ogni tanto hai dei lampi di sospetto e diffidenza, che potrebbero essere semplice consapevolezza: non è che la persona che idolatri è un/a deficiente come molti altri? Ti merita? Lo/la meriti?
Hai letto tanti libri e, come Don Chisciotte, sogni una vita eroica. Ma il tuo quotidiano è una routine noiosissima di doveri, regole da rispettare, vita borghese di provincia. Calze e guanti anche d’estate, scarpe e borsetta assortite. E cosa dirà la gente? A vent’anni, per dirla con Calvino, «la vita è oltre il ponte». Riuscirai mai a raggiungere l’altra riva?
Già, Calvino. Ancora non è molto famoso, ma i due primi romanzi sugli antenati ti hanno incuriosito. E quando arriva il terzo, Il cavaliere inesistente, ti sembra che lo abbia scritto proprio per te. Il cavaliere Agilulfo, tanto ascetico da non possedere un corpo, ti ricorda il Max von Sydow che gioca a scacchi con la morte ne Il Settimo Sigillo di Bergman, e il suo scudiero materialista non è forse una immagine appena più composta di Gurdulù? Oppure Don Chisciotte e Sancio Panza? E poi, i tempi e i personaggi sono quelli dell’Orlando Furioso che hai letto con delizia a 14 anni nel librone grande e pesante illustrato dal Dorè.
Però … Quanto si diverte Calvino a spogliarli di ogni orpello eroico, a riportarli alla tua stessa banale quotidianità.
Forse che non ti somiglia Bradamante, che potrebbe avere tutti gli uomini del campo, e invece desidera l’unico impossibile da spogliare? E che fa innamorare di sé Torrismondo in una circostanza affatto romantica, mentre credendosi sola fa pipì nelle acque di un ruscello.
Agilulfo è come te: gli stessi dubbi, la stessa insonnia, la stessa tormentosa consapevolezza di esistere e insieme quel senso di vuoto. So di esserci, ma in realtà non ci sono. Dove sono, chi sono?
La scoperta del sesso, meno straordinario di come te lo avevano raccontato. Nessuna mistica fusione, nessuna «corrispondenza d’amorosi sensi». Impaccio, senso di inadeguatezza, curiosità irrisolte… Chi c’è dentro quella corazza che, come la vedova Priscilla, hai abbracciato in tutte le maniere possibili? Un passaggio nel capitolo ottavo, ti venire la pelle d’oca:
(caricamento...)
«- Dicono che Cleopatra, ogni notte, - egli disse - sognasse d’avere a letto un guerriero in armatura.
- Non ho mai provato, - confessò lei. Tutti se la tolgono assai prima.
- Ebbene, adesso proverete.
E lentamente, senza gualcire le lenzuola, entrò armato di tutto punto nel letto e si stese composto come in un sepolcro.»

Un "giant" di marmo con le braccia incrociate sul petto, come Gastone di Foix al Museo del Castello Sforzesco, come Guidarello di Ravenna dalle labbra consumate dai baci delle turiste. E tu, come Ilaria del Carretto? Eros e thanatos, finalmente Calvino te lo ha fatto capire. E la verginità? Esiste davvero o è uno spauracchio che ti sventolano davanti i preti e gli aspiranti suoceri? Come mai Torrismondo, dopo un appassionato amplesso con la sconosciuta che scopre subito essere sua madre, scopre anche che, fino a pochi minuti prima, la donna era vergine? Lo leggi e lo rileggi, ti ci specchi, ti ci riconosci e insieme, come Agilulfo, hai paura d’essere fatta soltanto d’aria, un’ armatura vuota che nessuno riuscirà mai a conoscere davvero. Tu per prima.

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Fabio Genovesi propone Pesca alla trota in America di Richard Brautigan

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Beatrice Masini invece ha scelto Tuono a sinistra di Cristopher Morley:

Un gruppo di bambini in una casa al mare, una festa di compleanno. L'infanzia pericolosa che sta per finire – ed è quello il pericolo più grande. Vent'anni dopo, stessa casa, stessi bambini diventati adulti e smemorati. Una Merenda maiuscola da attendere con trepidazione, forse con paura. Come e quanto sono cambiati Filli e Ben, Ruth e Joyce? Che cosa è rimasto dei bambini che erano? Dov'è finita Micia? E chi è lo stravagante sconosciuto che si stende sulla ghiaia, chiede senza vergogna una fetta di torta e non vuole finire la verdura? Un espediente narrativo che reca la luce sinistra di un lampo accende e scuote gli ospiti attesi e inattesi per due giorni feroci come la verità. Magico e crudele.

(caricamento...)


Giorgio Ghiotti ha selezionato invece La città e la casa di Natalia Ginzburg

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov è il libro dei (suoi) vent'anni di Stefania Bertola

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Siamo a venerdì: apre Juan Gabriel Vásquez con Hopscotch di Cortázar:

Julio Cortázar's Hopscotch is about a middle-aged man and his group of friends, but it was read and appreciated by people in their twenties. It is a rebellious, stubborn, and idiosyncratic book, and it deals with the eternal impulse of youngsters: finding a place in the world that they can call their own. Formally, it is built around carefully considered anarchies (it even proposes several ways to be read); morally, it considers a world in which all the old certainties are dead, and one has to start understanding everything from scratch. Nothing is more appealing to a young novelist such as I was in 1993, when I read it for the first time. Its appeal has withstood the test of these decades.

(caricamento...)


Continua Bruno Gambarotta con Il mestiere di vivere di Cesare Pavese:

Il libro dei miei vent'anni è Il mestiere di vivere, il diario postumo di Cesare Pavese. I ragazzi della mia generazione sono stati segnati da due eventi drammatici, la morte del Grande Torino (4 maggio 1949) e l'anno dopo il suicidio di Pavese. Per molti di noi la lettura dei romanzi e delle poesie di Pavese ha rappresentato una sorta di malattia dello sviluppo. Quando è uscito nel Saggi Einaudi. Il mestiere di vivere l'ho comprato a rate, 50 lire al mese. Il libro mi ha salvato da una sorta di infatuazione secondo la quale avrei dovuto subordinare tutto alla religione della letteratura. I libri sono un grande conforto ma non salvano la vita. Ho imparato dall'esempio di Pavese che non bisogna affacciarsi sull'orlo dell'abisso perché si finisce per caderci dentro.

(caricamento...)

(caricamento...)


1984 di George Orwell ha cambiato la vita di Boualem Sansal

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Frances Greenslade, nella giornata di sabato, ci presenta A Bird in the House:

The connected stories in A Bird in the House by Margaret Laurence are about a young girl coming to accept the inevitability of change, particularly death. These stories are set in a small Canadian prairie town where ordinary things happen, but Laurence describes them in such revealing detail that the ordinary becomes exotic. Margaret Laurence is a quiet writer; there are no big endings, or even big beginnings in this book, but we are drawn into the world of characters like Vanessa MacLeod, the narrator, who at ten is already a writer, and her intransigent grandfather who retreats to the basement to a rocking chair by the furnace. My favourite story in this book is The Loons; the presence or absence of loons on a lake is said to indicate the natural health of the lake and Laurence uses this as a symbol of change and loss.

A Valeria Parrella abbiamo chiesto di recensire il libro dei suoi vent'anni Resurrezione di Lev Tolstoj

Non potete chiedermi una "recensione" di resurrezione di Tolstoj, posso dirvi perché voglio parlare di questo libro proprio a Mantova: a Mantova perché è stato il luogo, il festival, dove ho "imparato" a fare la scrittrice, cioè non solo a scrivere libri ma anche a raccontarli, a incontrare i lettori, a confrontarmi con altri scrittori. Racconterò di resurrezione perché avevo poco più di vent'anni quando lo lessi, mentre preparavo l'esame di storia romana all'università. Sembra assurdo, ma dopo aver studiato tutto il giorno l'unica cosa che mi rilassava era questo magnifico "mattone". Insomma fiction batteva non-fiction nella mia esperienza. Resurrezione è un libro assoluto, racconta delle donne e degli uomini, della russia e del mondo, degli zar e della plebe, delle città e delle campagne, della libertà e della detenzione, del giusto e dell'ingiusto, della laicità e della religione. Ha una meravigliosa trappola che scatta in tutto questo universo: parla pure di amore e seduzione.

(caricamento...)

(caricamento...)


Meno di zero di Bret Easton Ellis è il titolo scelto di Valerio Millefoglie

(caricamento...)

(caricamento...)


Piero Dorfles propone L’uomo senza qualità di Robert Musil

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)

(caricamento...)


Money di Martin Amis è il libro selezionato da Peter Florence

I was living in Paris in 1985. Studying French and theatre. I’d never read any contemporary English fiction. One weekend, which had started out quite wild, had moved into a swimming pool late on the Saturday night. My friend Marc Quinn started reading this book aloud. We read it in one. The language was so playful and beautiful. It was so funny and so angry. I think my entire career in festivals has been an attempt to recapture the sheer rapture of that first reading.

(caricamento...)


Lella Costa ha selezionato Nodi di Ronald D. Laing

Nodi non è semplicemente un saggio, all'epoca rivoluzionario, sul rapporto tra malattia mentale e cura tradizionale, tra matti e dottori dei matti. È stato - per me, e per molti della mia generazione, che non necessariamente poi si sono occupati di psichiatria e discipline affini - uno straordinario strumento politico, in anni in cui si teorizzava (si sperava?) che tutto, ma proprio tutto fosse politica. Che la definizione di "normalità" andasse continuamente indagata, ripensata, discussa, anche sbeffeggiata. È il libro che mi ha aperto gli occhi sui manicomi italiani, e che mi ha fatto incontrare, e amare, Franco Basaglia. Quando sono stata per la prima volta a San Giovanni, l'ex ospedale psichiatrico di Trieste, e ho visto sul muro la scritta "LA LIBERTÀ È TERAPEUTICA", mi sono commossa fino alle lacrime.
E continuo a commuovermi

Fiona Barton ha selezionato The White Hotel di D. M. Thomas

This book has left a permanent mark on me. I read it in my twenties, on a long haul flight to somewhere, totally unprepared for its subject matter. It is the story of a young woman, treated by Sigmund Freud, told through letters, a poem, an essay, a case study and a narrative. I had never read anything like it with its brutally violent and erotic imagery and felt so traumatized, that I threw the book away as soon as I landed. But, almost 40 years later, I am still thinking about its insights and can recall entire passages vividly.
Festivaletteratura