Il potere dell'arte
10 9 2016
Il potere dell'arte

Un mix di Storia e finzione: la letteratura di Jung-myung Lee

Jung-myung Lee, autore coreano di romanzi storici bestseller in patria, discute insieme a Bruno Gambarotta di due dei suoi otto libri che sono stati tradotti in italiano: La guardia, il poeta e l'investigatore e La regola del quadro. Fondamentali per le sue opere sono la passione per la Storia e l’esperienza passata di giornalista, in cui la ricerca delle informazioni rappresentava la prerogativa del lavoro; infatti i due romanzi sono ambientati nel passato coreano, durante la Seconda Guerra mondiale il primo e nel Settecento il secondo.

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La guardia, il poeta e l'investigatore è un inno alla poesia e alla letteratura; il protagonista, Yun Dong-ju, uno dei poeti più celebri della letteratura coreana, trova proprio nella poesia la sua salvezza. «Qualunque tipo di arte può salvare l’anima di chi sta passando un momento atroce», il potere dell’arte diventa così forte da renderla una boa a cui aggrapparsi per trovare salvezza nel mare in tempesta. Ma l’aspetto più innovativo di quest’opera è il narratore: sono le guardie giapponesi della prigione di Fukuoka a dare voce alle emozioni e ai sentimenti del poeta. In particolar modo Gambarotta ricorda la scena del colloquio tra il poeta e i soldati statunitensi, giunti a liberare i prigionieri; il tutto viene visto con gli occhi del nemico, un modo che Lee dice di utilizzare poiché «la verità per quella che è ferisce molto di più di quella romanzata». Ma non solo: vedere il mondo con gli occhi delle guardie giapponesi diventa un modo per catturare l’attenzione del lettore, per farlo immedesimare. Lee parla di una «reciprocità di comprensione fra lettore e scrittore» e sempre in quest'ottica inserisce nelle sue opere degli omicidi.

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Il potere dell’arte è centrale anche ne La regola del quadro in cui i protagonisti sono due pittori realmente esistiti. E’ attraverso l’osservazione delle loro opere che Lee racconta di riuscire a sopperire alle scarse informazioni storiche, immaginando le personalità dei due e i motivi che li hanno portati a dipingere. Un mix di Storia e finzione: «non c’è verità senza finzione e non c’è finzione senza verità».

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