Il rapporto insegnante-alunno
10 9 2023
Il rapporto insegnante-alunno

Alfredo Palomba e Simonetta Bitasi nel mondo della scuola all'epoca dei social

Un tempo si rischiava l'imbarazzo di incontrare il proprio insegnante solo in poche occasioni - al supermercato, in biblioteca o in altri luoghi pubblici. Trovarsi faccia a faccia nel quotidiano con i professori è sempre stata ritenuta una cosa assurda, improbabile, perché con il passare del tempo si è andata creando una particolare "mitologia" attorno alla figura degli insegnanti secondo cui, prima che persone e individui "socialmente attivi e impegnati", sono innanzitutto formatori il cui posto è dietro alla cattedra dentro le aule di lezione. Adesso, con la sempre maggiore influenza che i social hanno nelle nostre vite, sono cambiati anche i rapporti interpersonali insegnante-alunno e con questi anche le modalità con cui i ragazzi possono entrare a contatto con i propri mentori, andando a scavare nella loro vita privata. Lo scrittore e insegnante Alfredo Palomba con Simonetta Bitasi ci parla di come possa mutare con l'avvento dei social il rapporto tra chi sta da una parte e chi dall'altra della cattedra.

La scuola è sempre stata percepita dalla maggioranza degli studenti come un ambiente ostile e terrificante, stracolmo di difficoltà e di impegni di cui nessuno vorrebbe mai farsi carico. L'ambiente scolastico dovrebbe essere, prima di tutto, basato sulla comunicazione, senza la quale qualsiasi rapporto umano si sgretola. Uno dei principali problemi che affligge chi sta sui banchi di scuola al giorno d'oggi è proprio quello dei social network, che i ragazzi reputano utili per comunicare tra loro e per avere un passatempo durante quelle noiose ore di lezione, e che molti professori invece demonizzano, definendoli il principale mezzo di distrazione degli studenti più svogliati e fannulloni. I social, in ambiente scolastico, portano a due enormi svantaggi: da un lato permettono agli alunni di cercare qualsiasi tipo di informazione riguardante i nuovi docenti, che in questo modo si ritrovano in una condizione impari e che sono riempiti di domande già dalla prima giornata, e dall'altro vanno a cancellare qualsiasi tipo di "distanza professionale".

Il conflitto effettivo tra alunno e docente si ha nel momento in cui il ragazzo si rende conto di non essere seguito sui social dall'insegnante, ponendogli dunque la fatidica domanda «prof, perché non mi segue su Instagram?». Molto spesso questa situazione viene letta dallo studente come un messaggio scortese, o addirittura un modo di allontanarlo, di fargli capire senza usare le parole di "restarsene al suo posto". In realtà dietro a questa scelta si celano diversi ragionamenti e svariate motivazioni, tra cui il fatto di essere appunto un insegnante, oppure di non trovare opportuno uno scambio informale tra uno studente e un professore al di fuori delle mura scolastiche.

La situazione ideale sarebbe quella di educare all'utilizzo di questi strumenti, perché, nonostante i giovani abbiano preso sempre più dimestichezza con l'uso dei social, sono completamente ignari delle possibili implicazioni psicologiche o neurologiche che il loro utilizzo può effettivamente comportare. Oltre ad insegnare loro come rapportarsi con i social, sarebbe opportuno anche educarli al rapporto con il mondo esterno, proprio perché il mondo che si trova al di fuori della scuola non avrà alcuna pietà nei loro confronti.

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