Il sussurro forte dei palazzi di Tirana
6 9 2019
Il sussurro forte dei palazzi di Tirana

Il racconto della storia di Tirana attraverso i muri di alcuni suoi edifici, oggi diventati importanti musei.

L'intricata storia del vecchio continente si riflette in modo eccentrico e brutale su Tirana. Apparentemente straniera a tutto, la giovane capitale albanese tiene insieme i collassi europei e le rinascite della speranza, l'orgogliosa rivendicazione identitaria e la diaspora infinita, i totalitarismi – tutti – e la scommessa nella democrazia, l'ateismo di Stato, l'Islam e il Cristianesimo. Ed è proprio Tirana la città in libri scelta da Festivaletteratura per il 2019.


Elisabetta Terragni mostra in apertura del suo discorso una foto di un muretto a Tirana, completamente ricoperto di libri. Là tutti i muretti sono così, delle piccole librerie a cielo aperto con testi di epoca comunista. I suoi abitanti sono lettori voraci, sono persone stanche di sentirsi escluse dal resto del mondo, ansiose di far conoscere la loro cultura e la loro città. Questo succede anche attraverso gli edifici della città, distrutti, malconci, ma desiderosi di raccontare. Uno di questi è conosciuto come "Casa delle Foglie", in onore delle foglie che la ricoprono e dei fogli dei dossier che la riempiono. Dall’esterno sembra una villetta comune, nascosta ad occhi indiscreti dalle piante di edera. Forse banale all'apparenza, ma proprio per questo strategica, perfetta per spiare, osservare, documentare. Si tratta infatti dell’ex sede del servizio segreto del regime in Albania, noto come Sigurimi. Entrarci significa tornare indietro a quegli anni e vivere le stesse imposizioni: a nessuno viene permesso toccare gli oggetti o scattare foto.

L'idea che viene alla Terragni durante la visita è di far parlare quei muri e aprire la casa al pubblico. Grazie a lei il Sigurimi diventa il Museo dei Servizi Segreti, in onore di tutti gli innocenti che sono stati spiati, arrestati e condannati, riemersi grazie alle centinaia di dossier ancora presenti al suo interno. Oggi questo luogo della memoria permette a chi lo visita la partecipazione attiva: è un museo che non si fonda sulla spettacolarizzazione degli oggetti, ma sul tentativo di renderli vivi. Per questo la visita al suo interno può durare dieci minuti come mezz'ora: è il visitatore che decide, guidato dalle sue sensazioni e non dalle didascalie. Ed è proprio chi decide di visitare il museo a dare un'importanza straordinaria a questo luogo che ha ridato volto a chi era solo una sigla, restituendo memoria alle vittime.

Da qui è seguito un secondo incarico per l'architetto, un secondo edificio: la casa di Ismail Kadare, poeta e scrittore albanese. Un uomo che non voleva mausoleo o un luogo che recasse con sé la parola fine, ma qualcosa che desse importanza alla sua lingua e alle opere che ha scritto. La carta da parati che ricopre due delle stanze del museo raffigura proprio le copertine dei suoi libri, famosi in tutto il mondo. È una celebrazione della città di Tirana, raccontata attraverso le foto d’epoca dei cortili, ma anche della letteratura, per mezzo della visione degli appunti e dei libri dell'autore che chiunque può guardare e toccare. La necessità di ricreare l'atmosfera di vivere a pieno una casa viene completamente preservata, così come la partecipazione in prima persona di chi decide di entrare. Non c'è spettacolarizzazione, non ci sono vetrine che mettono in mostra, ma tavoli pieni di oggetti ancora funzionanti. Questi sono luoghi in cui gli anziani accompagnano i bambini ogni mattina: non c'è bisogno di guide o ricostruzioni. Ogni famiglia di Tirana porta con sé una vittima del regime che può parlare in prima persona. Ma questo non basta, occorre preservare la memoria e garantire la trasmissione alle nuove generazioni che non hanno vissuto la tragedia sulla propria pelle.

Quello di Tirana è un progetto di apertura, di educazione e di conoscenza che nasce in un momento in cui i musei hanno perso il loro senso civico per lasciare spazio alla spettacolarizzazione, grazie a esperienze concrete che mettono lo spettatore al centro e che danno la possibilità di fare riflessioni personali in luoghi che esistono non per mostrare, ma per ricordare.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Mercoledì 4 ore 16.00 - 20.00 “Una città in libri: Tirana” - Accento mercoledì 4 ore 17.00 “Piccola guida alla Tirana in libri” - Giovedì 5 ore 10.00 - 20.00 “Una città in libri: Tirana” - Venerdì 6 ore 10.00 - 20.00 “Una città in libri: Tirana” - Evento 92 “La memoria dei luoghi di Tirana” - Evento 120 “Le favole della sera” - Evento 124 “Partir” - Sabato 7 ore 10.00 - 20.00 “Una città in libri: Tirana” - Evento 177 “Solitudini di pietra” - Evento 179 “La capitale dei sogni” - Domenica 8 ore 10.00 - 20.00 “Una città in libri: Tirana” - Evento 226 “C’era una volta in Albania (e forse c’è ancora)”.

Festivaletteratura