Il vento è movimento
11 9 2020
Il vento è movimento

Il vento nella scrittura di Tommaso Di Dio

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Dal palco mobile del furgone poetico Tommaso Di Dio propone un percorso ventoso in versi. Vènti infatti è il titolo del suo intervento per Festivaletteratura 2020: un vento plurale che l’autore confessa essere un elemento ricorrente delle sue raccolte. Da qui, l’idea di ripercorrere la storia della sua scrittura attraverso alcuni testi che hanno il vento come protagonista.

Il ciclo di letture comincia in Piazza Canonica da alcuni grandi poeti che gli hanno trasmesso quest’ossessione per il vento: Pier Paolo Pasolini, Attilio Bertolucci, Vittorio Sereni.

Non si tratta, precisa Di Dio, di un vento in particolare che ha segnato la sua biografia – la sua Milano non è poi così ventosa – ma di un vento che ha a che fare con un senso di vanità e di mobilità, che ha il potere di metterci in contatto con cose, odori distanti e di allontanare invece ciò che è vicino. Per ogni lettore, per esempio, è familiare la sensazione di una folata che talvolta disturba, rompe l’incanto della lettura girando le pagine. Il vento è movimento, «fuga del tutto verso il tutto». «Vento» e «anima» sono inoltre due parole che hanno un legame imprescindibile, sono etimologicamente connesse: la seconda deriva infatti dal termine greco per indicare il vento, ánemos. Gli essere umani, in questo senso, non sono altro che macchine di vento che continuamente inspirano ed espirano, quando il vento che è in noi si ferma non c’è più vita.

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[Ndr: La foto di Paolo Monti, della serie fotografica Miami è stata scelta dall'autore come immagine della copertina del suo ultimo libro.]

Una processione di fedelissimi spettatori via via più numerosi segue il furgone in piazza Virgiliana e ancora per due tappe in piazza San Leonardo e Piazza Canossa. Il vento, statutariamente impermanente, è declinato come elemento di avvicinamento e distanza tra due persone nella primissima raccolta di Tommaso Di Dio, Favole (2009). Nell’ultima, Verso le stelle glaciali (2020), recentemente pubblicata da Interlinea, il respiro si fa più ampio, le distanze potenziali più vaste, soprattutto nella sezione dedicata al poemetto che riscrive i diari di Cristoforo Colombo, ripercorrendo i turbamenti e le speranze di un vento che annunci finalmente l’approdo. Lo stesso augurio il poeta lo rivolge infine agli spettatori presenti e ai lettori: «buon vento!»

Festivaletteratura