Il Villaggio Morelli
1 1 2021
Il Villaggio Morelli

Attingendo a documenti d'archivio e ricostruendo la storia della sanità in Italia, Martina Ferlisi ci guida tra le stanze di un sanatorio della Valtellina specializzato nella cura della tubercolosi

«Le dimensioni sono titaniche. Lo scafo affusolato. La prua tondeggiante. E pare non manchi neppure il fumaiolo. Una nave, una grande nave da guerra pronta a salpare. Questo sembra, se alzi gli occhi e guardi lontano. Eppure, tutt’intorno non c’è il blu delle onde e non vedi neanche quella linea sottile che tanto aiuta l’uomo a riflettere e sognare: l’orizzonte. Tutt’intorno ci sono i cedri dell’Atlante e dell’Himalaya, la tuia gigante e il pino strobo, il cipresso di Lawson e il ginkgo biloba. Al posto dell’orizzonte la cima scura di una montagna.»


In Valtellina, nei primi decenni del '900, vengono poste le basi di quello che diventerà uno dei più grandi complessi sanatoriali d’Europa, specializzato nella cura della tubercolosi ma soprattutto segno di un diritto universale alla salute perseguito con determinazione da medici e architetti, convinti della necessità di strutture ospedaliere radicate nel territorio, funzionali e accessibili a tutti. Quella visione, in tempi segnati da una nuova pandemia e dal bisogno fondamentale di cure, anima le pagine del Villaggio Morelli di Martina Ferlisi, sviluppato nel 2021 insieme a Quell'ultimo sentiero di Beatrice Spazzali e arricchito da un vasto apparato documentario conservato presso il Museo dei Sanatori di Sondalo.


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