Istantanee di periferia
10 9 2020
Istantanee di periferia

In giro per Mantova con Mohamed Keita

Si racconta per attimi – istantanee – il percorso fotografico guidato da Mohamed Keita, Marco Brioni e Ruggero Ughetti per il ciclo Frammenti di fotografia: la facciata meridionale di Palazzo Te, la carovana dei presenti, il cunicolo buio sotto la ferrovia appena illuminato dal tardo pomeriggio. È un passaggio dal centro alla periferia lungo 20 metri, dal dentro al fuori, dal cuore culturale di Mantova a Te Brunetti, il quartiere popolare che è cambiato e sta cambiando. Una signora si stacca dal gruppo e inizia a raccontare, in mezzo ai palazzi, la sua storia e la storia del quartiere dove abita da 50 anni: parla delle case popolari, del melting pot creatosi negli ultimi tempi, del circolo dove la gente si riunisce. Indica di qua e di là, con trasporto. Lì ci abito io.

A Te Brunetti, calderone multiculturale di Mantova, va in scena un dialogo a più voci: tra uomini e donne, tra fotografi, tre generazioni, tra etnie, tra zanzare, paesaggio umano e architetture. È l’occasione per fermarsi e fotografare: il campo da basket, quello da calcio, la chiesa, i murales vecchi e nuovi ma comunque colorati, il circolo – quel circolo – adesso senza persone, le strade vuote, i terrazzi vuoti di gente ma pieni di panni stesi. Signora, ma qui ci abita veramente qualcuno? Certo, solo che ora sono a lavorare.

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Si va verso Valletta Valsecchi, le automobili, il rientro a casa, lo stadio e la zona stadio. Si sprecano le fotografie: un uomo tatuato, a petto nudo, sta in piedi a fumare, sul suo terrazzo, con un cane nero al suo fianco appoggiato alla ringhiera. Posso farle una foto? No. Si investono momenti per creare qualcosa che duri. Primi piani, piani americani, paesaggi. Non abbiate paura: trovate una strada, create un progetto, non esagerate fin da subito, fate cose che durino, siate presenti nelle vostre foto. Si fa fatica a dire chi sia a domandare e chi a rispondere, chi a parlare e chi ad ascoltare. Ma non è importante. È un coro.

Finisce la gita – come la chiama Brioni – presso il simbolo della periferia mantovana che si riscatta: l’Ex Ceramica, un capannone che sarà riconvertito in una scuola. A 800 metri in linea d’aria da Piazza Sordello. Sorrisi velati, sorrisi con gli occhi, scambi di foto e di profili social.

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