Itinerari nella biodiversità
22 5 2020
Itinerari nella biodiversità

Gli incontri con Luigi Boitani e Salvatore Ceccarelli alla scoperta di uno dei fondamenti dell'interazione tra uomo e ambiente

Quando parliamo di biodiversità non ci misuriamo solo con l'intera gamma di piante, animali e microrganismi che popolano la Terra, ma anche con le differenze genetiche all'interno di una stessa specie, con le varietà che caratterizzano un tipo di coltura o di bestiame, con i diversi tipi di ecosistemi (incluse le zone agricole) che fanno da sfondo all'interazione tra i viventi. La sua rilevanza è tale da ispirare una giornata mondiale delle Nazioni Unite, che cade ogni 22 maggio e che è accompagnata da un motto particolarmente significativo: «la perdita di biodiversità è una perdita per l'umanità», in quanto è l'esistenza stessa della civiltà ad avere in essa uno dei suoi pilastri. Al Festival non c'è stato incontro di Consapevolezza di verde che non abbia toccato più o meno da vicino un tema tanto vasto e articolato. Oggi ne riparliamo a partire da due incontri diversissimi, che pur nella differenza di angolazioni hanno ribadito la stessa centralità.

In C'era un bosco biodiverso, il biologo Luigi Boitani – già curatore a Festivaletteratura 2011 di una lavagna dedicata al tema – è partito da un osservatorio privilegiato e dalla distinzione di tre tipi di diversità (diversità genetica, di specie e di ambiente) per mostrare a bambini e adulti la ricchezza della parola 'biodiverso'. Il risultato di questo incontro en plein air nella meravigliosa cornice di Bosco Virgiliano – culminato nella liberazione quasi fiabesca di due gheppi di cui si erano presi cura gli educatori del Centro di Parcobaleno – è una guida chiara e divertente alla biodiversità arricchita dagli incalzanti interventi dei più piccoli, sensibili come non mai alla constatazione che tanto in natura che in società «stare da soli è orribile!»

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Nel 2017, l'onere di parlare di biodiversità al Festival è toccato invece al genetista Salvatore Ceccarelli (Fiume, 1941), scienziato di fama internazionale che ha lavorato per decenni a stretto contatto con gli agricoltori e le comunità agricole di molte parti del pianeta, dal Medio Oriente al Corno d'Africa. L'intreccio tra l'esperienza sul campo di Ceccarelli («una storia di scienza non può mai avere confini») e alcune grandi questioni della società contemporanea è il tratto più accattivante di un incontro (Un miscuglio ci salverà) condotto puntualmente dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, in cui si è molto parlato di agricoltura in rapporto alla genetica, all'economia e all'antropologia, tenendo fermo il timone su una domanda fondamentale: «perché aumentare la produttività, se è vero che la produzione attuale di sementi garantisce un surplus di mille calorie rispetto al fabbisogno calorico giornaliero?»

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Festivaletteratura