Jonathan Coe, lo scrittore progressive rock
8 9 2016
Jonathan Coe, lo scrittore progressive rock

"Numero 11", un libro che vive di satira, politica e nostalgia.

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Quello che Jonathan Coe ha sempre trasformato in capitoli e parole è il cambiamento in atto della società inglese. In ogni riga, nella sua attenta punteggiatura, sembra si respiri il carattere profondo dell’Inghilterra contemporanea. Al suo undicesimo libro, “Numero 11”, appunto, Coe anticipa una Londra dove le contraddizioni che avevamo lasciato nella “Famiglia Winshaw” si rincorrono e si fanno più concrete.

«C’è una relazione e gli stessi editori mi hanno sempre spronato affinché la “Famiglia Winshaw" avesse un seguito. Nello stesso tempo, però, a cose fatte, non c’è mai stata menzione di questa sfida che ho accettato con un sorriso».

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Ma come si scrive un sequel di un libro amatissimo e forse più rappresentativo di una carriera di uno scrittore? «Innanzitutto lo si rilegge scoprendo lati del proprio carattere sconosciuti. Ma soprattutto si contestualizza e si evince che famiglie come quella Winshaw continuino ancora oggi ad esercitare un’influenza importante nel Regno Unito».

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A Mantova Jonathan Coe si confessa come un lettore pigro, che trova nei romanzi lunghi - come L’amica geniale di Elena Ferrante - un antidoto agli intervalli di attenzione. Lo scrittore inglese è, quindi, un lettore che deve essere continuamente invogliato ed intrattenuto a proseguire la lettura di un libro. Ed è forse proprio quello che emerge nei suoi libri, scritti sempre sul filo tra ironia e tragedia, mai banali e colmi di quella satira ripresa dall’attualità, precisamente dalla “commedia politica”.

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Forse per tutte queste ragioni potremmo trasformare i romanzi di Coe in pezzi di progressive rock. «I personaggi dei miei romanzi si identificano sempre in film e pezzi musicali. Una volta ho chiesto ad un mio amico psicologo quale fosse, secondo lui, la mia personalità. Mi rispose così: «Sei un ossessivo». “Numero 11” è composto, oltre che dalla satira e dalla politica, dalla nostalgia e dal mondo dorato dell’infanzia. Nel romanzo si aprono e si connettono gradualmente cinque novelle: perché questa scelta? «E’ sicuramente una speranza per riuscire a capire le mie ossessioni».

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