L'ecologia a portata di tutti
10 9 2022
L'ecologia a portata di tutti

Esperimenti empirici e strumenti per ragionare sul cambiamento climatico

La luce soffusa della cappella di palazzo del Mago crea un atmosfera simile a quella di certe foto d’epoca in cui, nella cornice di un teatro scientifico, gli allievi guardano interessati il maestro. Qui il maestro è Marco Bartoli, docente di Ecologia presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell'Università di Parma, che, passando repentinamente dalla teoria alla pratica, dimostra empiricamente come le caratteristiche dei substrati influenzino la concentrazione di CO2 trattenuta.

Sul tavolo, disposti in sequenza, ci sono sei sottovasi di un metro cubo ciascuno. Il primo è composto da ghiaia bianca, un materiale inorganico ed inospitale all’attività batterica. Il secondo, al contrario, è formato da materiale organico e abitato da batteri che respirando producono CO2: il terriccio. Nel terzo contenitore, al terriccio vengono aggiunti alcuni vermi, in un crescendo di vitalità e respirazione del substrato. Nel quarto e quinto dimorano due lattughine: la prima è più giovane e con foglie più minute, mentre la seconda ha larghe foglie verdi frastagliate. La fotosintesi è proporzionale alla superficie della foglia: più ampia è, maggiore anidride carbonica verrà fissata. L’ultimo sottovaso è occupato da un magazzino di carbonio disabitato: un pezzo di tronco di legno. Costituito prevalentemente da lignina o cellulosa, ha pochissimi elementi utili alla proliferazione e sopravvivenza batterica, per questo motivo è un materiale che negli anni si accumula non-decomposto nel terreno, formando ammassi di carbonio.

Lo scopo dell’esperimento che conducono gli spettatori sotto l’attenta supervisione di Marco Bartoli, è la misurazione della CO2 nei diversi micro-ambienti. Lo strumento utilizzato è economico e facilmente riproducibile, composto da una sorgente di luce infrarossa, una camera in cui tale radiazione si propaga ed un detector dell’intensità di essa. Questo strumento può essere utilizzato in svariati ambienti, dall’oceano al suolo per misurarne la respirazione o la fotosintesi.

Serve davvero pochissimo tempo al publico per effettuare le opportune misurazioni e rendersi conto di quanto una piccola pianta di lattuga possa diminuire drasticamente la concentrazione di CO2 nel micro-ambiente. L’importanza e l'urgenza di tenere sotto controllo la concentrazione di anidride carbonica sono legate al cambiamento climatico: pur essendo un gas raro, presente solo nello 0,04% dell’atmosfera, negli ultimi anni, la concentrazione di CO2 è aumentata del 30%. Questo accumulo pericoloso determina l’effetto serra, che trattiene il calore surriscaldando il pianeta in un meccanismo che si autoalimenta. All’aumentare della temperatura, infatti, aumenta anche la respirazione degli organismi.

(caricamento...)

Sarebbe possibile arginare e contrastare questo processo, purtroppo però, fino ad ora la voce e i dati lampanti che gli ecologi hanno raccolto sono rimasti inascoltati, inasprendo la frustrazione di chi, avendo sotto gli occhi le conseguenze, non ha il potere di cambiare le cause.

Festivaletteratura