L'economia a sinistra, il popolo a destra
11 9 2020
L'economia a sinistra, il popolo a destra

Esther Duflo e Abhijit Banerjee spiegano come economia, politica e popolo si rapportano con la povertà

Se l’economia degli ultimi dieci anni potesse antropomorfizzarsi, prenderebbe sicuramente le sembianze di Esther Duflo e Abhijit Banerjee, professori al MIT e premi Nobel 2019 per l’economia grazie al loro approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. Ad intervistarli per Festivaletteratura José Fernández-Albertos, rappresentante del frenemy storico della teoria economica: la politica.

Uno dei fulcri principali della chiacchierata è stato infatti il rapporto tra economisti e politica, come questo è cambiato nel tempo e se oggi la politica sia più recettiva alle teorie economiche. La risposta, come sempre, «dipende da come definisci l’ambiente politico», spiega la dottoressa Duflo: c’è differenza tra la cosiddetta realpolitik e la politica con la P maiuscola, quella delle istituzioni.

Dove viene attuata la politica delle piccole amministrazioni, dove c’è più decentralizzazione la politica è più recettiva al cambiamento strutturale. Nel caso invece della politica statale il cambiamento diventa problematico, perché purtroppo a contare sono gli aggregati, i dati che tutti leggono e che arrivano subito al grande pubblico (nonostante da anni gli economisti ne abbiano riconosciuto la fallibilità). Il peso dei dati è così forte, afferma Banerjee, che anche Trump sta cercando di aggiustare i dati. Questo non perché Trump non voglia soluzioni; semplicemente, come tanti altri suoi seguaci, «il presidente non ha la pazienza di ascoltarli i dati».

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Un'altra realtà emersa è lo spostamento della professione di economista verso posizioni di sinistra: secondo il politologo Fernández-Albertos, «20-30 anni fa le teorie di questo libro (Una buona economia per tempi difficili) sarebbero state definite liberali; oggi invece sono di sinistra». Il vero cambiamento, che va al di là dello spettro politico, è nella forma mentis dell’economista: i modelli non possono contenere tutto, perché esistono variabili che non sono contenibili (vedi il cambiamento climatico). Questo comporta l’idea che le teorie non sono più infallibili, e che lo studio sul campo ha un peso maggiore, dal momento che rappresenta lo specchio della realtà. Nonostante l’approccio più realista, per l’economista Duflo l’attaccamento ai modelli rimane. Ma questo atteggiamento è giustificabile: «gli economisti sono terribili a fare previsioni sul futuro, ma non ne possiamo fare a meno».

Se da un lato la teoria economista si è spostata a sinistra, sembra che l’opinione pubblica tenda invece più a destra. In realtà è tutta apparenza: il picco destrorso per il dottor Banerjee si è raggiunto negli anni ’80 con Reagan e la Thatcher; quello che leggiamo erroneamente come di destra è semplicemente lo spirito di delusione dei cittadini nei confronti di una politica (spesso fatta da governi di sinistra) che non investe abbastanza per migliorare le condizioni della popolazione. Non a caso gli americani si dicono delusi da Obama, che non è riuscito a realizzare tutte le politiche di welfare che aveva promesso. Altro motivo di delusione, imputabile per Banerjee alla sinistra politica di quasi tutto il mondo, è l’attaccamento alle idee di destra, prima tra tutte l’idea che «il mercato libero sia il solo modello possibile e quello di cui abbiamo bisogno».

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Esiste dunque un sistema economico perfetto? Nel loro ultimo libro Esther Duflo e Abhijit Banerjee più che una soluzione trovano una chiave di lettura, un punto di partenza da cui deve partire l’idea su cui basare ogni teoria economica: la dignità umana. Slegata dall'idea malata e vittoriana che l’uomo sia dignitoso solo se lavora, solo se produttivo.

La pandemia ha creato un laboratorio perfetto, grazie a cui abbiamo potuto sperimentare come gli Stati hanno reagito all’ondata di disoccupazione e quali politiche economiche hanno adottato per proteggere i cittadini (universal basic income, retraining). Ma il periodo della sperimentazione è solo iniziato, e non solo per l’economia: ci aspetta un lungo (?) periodo di test, in cui verranno provati vari modi per far combaciare gli interessi economici con la salute umana. Il modello vincente, ad ora, né Duflo né Banerjee l’hanno trovato. Quello che sanno però è che stiamo vivendo e (vivremo) tempi difficili; a differenza della maggioranza tuttavia i loro lettori saranno preparati ed attrezzati a sopravvivere al cambiamento.

Per ascoltare l'intero intervento in streaming

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Festivaletteratura