La fatica della pace
8 9 2016
La fatica della pace

Costruire la pace non è cosa semplice e la vita dell'ambasciatore Alvise Contarini ne è la dimostrazione.

La pace può intendersi come una situazione di normalità, come l’assenza di guerra. Da sempre l’uomo vi aspira. Mai è stato semplice raggiungerla. Va da sé, infatti, che in ogni epoca – compresa quella odierna - esiste tutta una serie di interessi attorno ai quali ruotano le relazioni internazionali. Ogni Stato ne è portatore e nell’interazione con gli altri tenta di farli prevalere. E in questa dinamica è centrale il ruolo dei diplomatici e degli ambasciatori: affinché ci sia la pace, è necessaria la presenza di uomini abili e motivati.

Nel secolo XVII è Alvise Contarini ad incarnare questa figura, sulla quale Alessandra Schiavon focalizza la propria attenzione. Figlio di una nobile famiglia veneziana, Contarini si vede catapultato nel mondo della diplomazia europea senza volerlo, quasi per caso. Sin da giovanissimo è inviato nelle diverse corti europee per sostenere gli interessi della Serenissima. Eppure, egli è ricordato per il contributo apportato nelle trattative che hanno portato alla conclusione della Guerra dei Trent’Anni (1618-48) con la pace di Vestfalia.

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La Schiavon racconta con entusiasmo tutto questo attraverso un estratto del testamento di Contarini. Maggior spazio è però dedicato ai suoi dispacci, di tali documenti è spiegato l’inestimabile valore. Il dispaccio in sé per sé è una comunicazione ufficiale tra autorità di vario genere, compresi gli ambasciatori, e lo Stato. Tuttavia, da tale documento traspare lo spirito d’osservazione dell’autore e in esso spesso erano riportate informazioni non prettamente utili ai fini politici ma di particolare interesse per conoscere usi e costumi della diplomazia europea.

Ecco il testo utilizzato dall'autrice come riferimento:

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Dunque, la storia di Alvise Contarini è la storia di un uomo che ha trascorso gran parte della sua vita, a volte anche controvoglia, nelle corti e nelle sedi diplomatiche. E i suoi scritti consentono di comprendere quanto costruire una pace non fosse – e non sia tuttora – cosa semplice.

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