La grandezza nascosta di Fenoglio
7 9 2022
La grandezza nascosta di Fenoglio

Un grande letterato nato in una terra nascosta

Nel centenario della nascita di Beppe Fenoglio, la voce esperta di Alessandro Baricco realizza il perfetto ritratto di uno dei più importanti scrittori italiani - il più grande in assoluto per i piemontesi. Nato nella città di Alba, dove a quel tempo si conduceva una vita molto diversa da quella odierna, più difficile e faticosa (la durezza intrinseca della sua terra, insieme al racconto della vita da partigiano, costituirà un tema fondamentale delle sue opere), sembra che se ne sia andato con una «percezione falsata della sua grandezza letteraria e della sua carriera».

Fenoglio è un autore unico nel suo genere, con un «talentaccio pazzesco» per il narrare, come commenta Baricco.

Una delle sue maggiori innovazioni è quella di aver fuso in modo impeccabile lo scrivere letterario ed il narrare cinematografico: leggere le sue opere, nelle quali è descritto persino il respiro dei personaggi e nelle quali nessuna parola pronunciata è da considerarsi inutile, è come guardare un film. Si parla quasi di "cinema scritto", in cui ci si dimentica dell'esistenza di una macchina da presa.

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La lingua usata nei suoi scritti è una sorta di incrocio tra piemontese, italiano e inglese (per cui nutriva una passione sfrenata). Il linguaggio è spesso sgrammaticato e pieno di espressioni gergali, ma grazie a esso i piemontesi trovano in Fenoglio un cantore di ciò che sono veramente. Da bravo torinese "un po' curato", Baricco parla a cuore aperto della sua gente, delle caratteristiche che la rendono speciale e "strana" allo stesso tempo: i piemontesi sono paurosi, molto timidi, spaventosamente arroganti, con un livello altissimo di vergogna e un po' taccagni, persino nei sentimenti. Ma una caratteristica in particolare salta agli occhi: quella di dimostrarsi goffi davanti alla felicità, ma di possedere in compenso un talento infinito di stare dentro, di fianco, sopra, al dolore. Una compostezza, una capacità di stare diritti con dolcezza e civiltà davanti alla sventura che non si trova da nessun'altra parte, e che Beppe Fenoglio racchiude nei suoi scritti eterni.

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