La pipì che cambierà il mondo
10 9 2021
La pipì che cambierà il mondo

A lezione di ecologia con Ferdinando Boero

Plin plin, pipì, numero uno, ci sono decine di modi per definire una delle funzioni fondamentali su cui si basa il funzionamento del nostro corpo, eppure in pochi sanno i segreti di questo incredibile procedimento di depurazione dell’organismo.

A svelarci tutti i misteri della pipì ci ha pensato il professor Ferdinando Boero, durante una delle Lavagne di Festivaletteratura (qui potete recuperare la diretta).

Come ha spiegato Boero, da decenni interessato all’attività di ricerca, alla fauna e agli ecosistemi marini, anche i nostri corpi sono veri ecosistemi in cui la vita prolifera di reazione chimica in reazione chimica, di batterio in batterio, su tanti diversi livelli che fanno sì che tutta la macchina denominata “essere umano” funzioni.

Se ci pensiamo, quello che avviene nell’uomo non è poi tanto diverso da quello che vediamo in natura, dove ogni essere vivente deve fare la sua parte per mantenere gli equilibri.

E l’uomo, come sappiamo bene, non è particolarmente attento quando si tratta di riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni, come ha raccontato il professore al pubblico della Rotonda di San Lorenzo.

«Pensate di entrare in un supermercato: quante cose che noi compriamo da mangiare vengono da popolazioni naturali? Cioè non coltivati o allevati? Niente. Questo ci dice che a terra e in mare non ci sono più popolazioni naturali in grado di sfamare i nostri bisogni, tutto viene da allevamento. Perché c’è stato questo passaggio? Perché abbiamo smesso di essere cacciatori/raccoglitori. Lo troviamo nella Bibbia: nell’Eden tutto è a nostra disposizione, un solo frutto non possiamo toccare, il frutto della conoscenza. Secondo me non è solo quello, è un limite che il creatore mette all’uso delle risorse, quando infrangiamo il limite la punizione è il lavoro

Siamo purtroppo arrivati al limite dello sfruttamento delle risorse e, ciò che è peggio, è che non ce ne rendiamo nemmeno conto.

«Sapere ci dà una consapevolezza di quello che stiamo facendo e che ci sta succedendo» continua il professore «Questa consapevolezza nei sistemi di formazione italiani non c’è. Quindi non è colpa vostra se non lo sapete. Questo è il frutto di una cultura senza natura. Non sappiamo com’è fatta e non sappiamo come funziona, e adesso siamo nei guai perché sono arrivati 209 miliardi per fare la transizione ecologica e la stiamo facendo senza l’ecologia, con questo livello di ignoranza

Consapevolezza e responsabilità: sono queste le parole chiave di un sistema che mai come ora necessita di un cambiamento radicale. Consapevolezza che significa conoscere meglio la natura che ci circonda e ci ospita, conoscere meglio quindi noi stessi, chi lo sa, magari proprio a partire dalla nostra pipì.

Festivaletteratura