La regola che cambia il gioco
5 9 2019
La regola che cambia il gioco

il tiro da tre nel basket americano

Nello spazio totalmente analogico delle lavagne - tradizionalmente dedicato alla divulgazione scientifica en plein air - Festivaletteratura ospita quest'anno una serie di lezioni dedicate agli algoritmi e al machine learning: sono esplorati i principi di base, le enormi potenzialità e i sorprendenti limiti, nonché le dirompenti ricadute sulla nostra quotidianità. Nell'ambito delle scienze applicate si possono invece collocare le lavagne dedicate alla tattica sportiva e alle più importanti innovazioni di concezione di gioco che hanno rivoluzionato il tennis, il calcio, il basket e il rugby.


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Ci sono regole che possono cambiare tutto, stravolgere completamente il gioco e decidere che il vincitore questa volta sarà un altro. Questo è quello che è successo da quando dalla stagione del 1979/1980 nella NBA (National Basket Association ovvero la principale lega di Basket americana e la più seguita al mondo) venne introdotta la ormai celebre “linea da tre punti”. Il concetto è ancor più semplice di quello che sembra: se normalmente un tiro a canestro vale due punti, se il giocatore riesce in un tiro oltre la linea segnata vengono assegnati alla sua squadra tre punti. Una regola semplice che ha cambiato tutto.

Da quel momento nel basket americano si sono aperti studi analitici, statistiche delle più disparate e allenatori che sembrano ricordare i comandanti delle più celebri battaglie della Grecia antica. C’è da dire infatti che i racconti dello sport americano hanno donato a questi eventi una particolare aura 'storica': come scrive Federico Buffa «sono stati i primi a inventare un’epica dello sport».

«La linea da tre» racconta Daniele V. Morrone «non fu assimilata in modo istantaneo, ci volle tempo». Durante i play-off della stagione 1979/1980 (la prima con la linea da tre) i tiri complessivi delle sei partite furono 20, di cui sono uno andato a segno. Durante gli ultimi play-off disputati tra i Golden State Warriors e i Toronto Raptors, invece, i tiri da tre sono stati 407 di cui solamente 148 riusciti. Numeri che raccontano di un’evoluzione significativa sia delle regole sia, soprattutto, delle tattiche, vale a dire: «soluzioni che le squadre trovano alle regole».

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Uno dei maggiori innovatori, che hanno apportato un notevole contributo allo studio di nuove soluzioni, è Don Nelson, l’allenatore più vincente della storia del basket americano. Primo a comprendere la rilevanza di giocatori che pur non essendo alti avevano «una buona mano per poter segnare da distanze più lunghe», decise di costruire attorno a questi nuove squadre con schemi sorprendenti. Nei Milwaukee Bucks, aveva stravolto il concetto di “posizioni 1 a 5” allontanando i lunghi dal canestro. Al suo arrivo ai Warriors cambio ulteriormente tattica rendendo celebri tre giocatori che passarono alla storia come i Run DM : Tim Hardaway, Chris Mullin e Mitch Ritchmond. I warriors divennero una vera macchina da punti con un solo difetto: la difesa. Non riuscirono a vincere il campionato.

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Molti altri sono i personaggi citati da Daniele V. Morrone e le storie che li accompagnano davvero avvincenti. L’unica cosa che rimane da fare ora è prendere in mano una palla e provare a tirare a canestro. Per la cronaca: sono 7,25 metri di distanza.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Lavagna ore 19:00 mercoledì 4 “La rivoluzione di Jonah Lomu” - Lavagna ore 18:00 giovedì 5 “La rivoluzione del tiro da tre” - Lavagna ore 19:15 giovedì 5 “Anche gli algoritmi hanno pregiudizi?” - Lavagna ore 11:00 venerdì 6 “Algoritmi, machine learning e altri demoni” - Lavagna ore 19:00 venerdì 6 “Breve storia del pressing” - Lavagna ore 10:00 sabato 7 “La nascita del tennista universale” - Lavagna ore 18:00 sabato 7 “Il ruolo del tempo nell'apprendimento umano e delle macchine” - Lavagna ore 10:00 domenica 8 “Intelligenza artificiale umana”.

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