La responsabilità di un calcio di rigore
11 9 2016
La responsabilità di un calcio di rigore

Evento 240

«Io amo lo sport, e anche il calcio». Perché attraverso lo sport, ma sopratutto attraverso il calcio, possiamo conoscere molte cose sulla società che ci circonda, sulla politica e, oggi, sulla finanza. Gigi Riva e Marco Malvaldi ci raccontano quello che successe durante i Mondiali di Calcio di Italia 90, cosa successe alla Jugoslavia durante i quarti di finale e cosa accadde dopo nei Balcani, con la disgregazione sanguinosa del paese. Tornerà spesso una parola: responsabilità.

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Il capitano della nazionale jugoslava che al termine dell’ultima partita richiama i compagni negli spogliatoi e si prende «la responsabilità di sciogliere la nazionale di calcio». La responsabilità di giocare e vincere, in qualche modo per salvare l’unità del paese. La responsabilità di parare un calcio di rigore. La responsabilità di segnare un rigore, e poi sbagliarlo mettendo fine alla storia di una squadra e di una nazione. L’urgenza di scrivere, per il giornalista Gigi Riva, era quella di raccontare una storia accaduta alle porte di casa nostra, storia che molti hanno dimenticato. Perché il calcio, anche se lo si odia, è una nostra fondamentale radice identitaria. Al punto che il Califfato ha proibito il gioco nei suoi territori e ha colpito con il terrore stadi e tifosi.

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Tante storie, all’interno di quella partita tra Argentina e Jugoslavia, quarti di finale della Coppa del Mondo. Stojkovic che continuava a dribblare, Susic, Savicevic, il capitano Vujovic, l’allenatore Osim, il portiere Ivkovic (che parò un rigore a Maradona e in questa partita lo costrinse a sbagliare ancora dopo averlo sfidato con una scommessa). E Hadzibegic che sbagliò il rigore. I quaranta metri che separano il centro del campo dal dischetto li dovette fare due volte per un errore dell’arbitro (che dopo alcuni anni fu radiato per corruzione).

I quaranta metri eterni che chi calcia un rigore deve fare, durante i quali ti passa tutta la vita davanti. Sbagliò, la Jugoslavia uscì dal torneo e in patria si scatenò tutto quello che sappiamo. Storie anche di chi non c’era, come Boban e Mihajlovic, eletti come eroi dai due schieramenti contrapposti. Di come il calcio venne usato come propaganda politica (così come accade tutt’ora). Di Arkan che trasformò i tifosi della Stella Rossa nella milizia responsabile della pulizia etnica e di come consegnò proprio a Mihajlovic (in cambio della Coppa Intercontinentale) i territori conquistati con la guerra. Sicuramente, anche se Hadzibegic avesse realizzato il rigore, alla Jugoslavia sarebbero successe le stesse cose orribili. Ma la questione è che quel rigore è entrato nella leggenda e il valore della responsabilità, questo atteggiamento così difficile da assumersi, mai è stato così importante per un uomo, per gli uomini che parteciparono a quella partita. Il calcio, ancor una volta, diventa mito e leggenda.

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