La rivoluzione di Jonah Lomu
4 9 2019
La rivoluzione di Jonah Lomu

Marco Pastonesi racconta la storia e le imprese del rugbista Jonah Lomu

Nello spazio totalmente analogico delle lavagne - tradizionalmente dedicato alla divulgazione scientifica en plein air - Festivaletteratura ospita quest'anno una serie di lezioni dedicate agli algoritmi e al machine learning: sono esplorati i principi di base, le enormi potenzialità e i sorprendenti limiti, nonché le dirompenti ricadute sulla nostra quotidianità. Nell'ambito delle scienze applicate si possono invece collocare le lavagne dedicate alla tattica sportiva e alle più importanti innovazioni di concezione di gioco che hanno rivoluzionato il tennis, il calcio, il basket e il rugby.

Se lo sport è guerra, il rugby in particolare è conflitto di conquista in cui l’obiettivo è penetrare nel fortino della squadra avversaria e conquistarlo attraverso una meta. Per arrivare all’obiettivo ogni squadra dispone di un esercito composto da 15 uomini in cui ognuno ha un ruolo e un compito preciso. Il contributo di ciascun giocatore è fondamentale per la vittoria in quanto il rugby è pura manifestazione del lavoro di squadra, soggiogato e dipendente da una collettività unita e non aggrappato all’iniziativa individuale del campione di turno. Questa credenza, tra i discepoli della religione della palla ovale, è considerata alla stregua di un primo e inopinabile comandamento religioso.

Sfidare questa sentenza è una sorta di hybris rugbistica che condanna il giocatore colpevole di tanta tracotanza ad essere ripudiato dai tifosi e dalla squadra stessa. A meno che questo giocatore non si chiami Jonah Lomu. Un metro e novantotto per centodiciannove chili di muscolatura perfetta, rendono questo ragazzone neozelandese di origini tongane una sorta di semi-divinità. Un gigante che corre sfiorando l'erba come una gazzella, un carro armato che corre veloce come una Ferrari, Jonah è rappresentazione concreta del concetto di impossibile. La venuta e la manifestazione di questo dio rugbistico si palesano nell’edizione Sudafricana del 1995 della Coppa del mondo di Rugby.

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Marco Pastonesi, giornalista della Gazzetta dello Sport e autore del libro “uragano nero”, racconta la storia del più grande giocatore di rugby di tutti i tempi attraverso la partita che ha cambiato per sempre la storia di Lomu e dello sport con la palla ovale. Nuova Zelanda-Inghilterra non è soltanto una semifinale di una regolare edizione di un mondiale di rugby ma è uno scontro ideologico e di filosofie sportive differenti. I britannici, soprannominati all-white, fanno dell’organizzazione tattica e dello scontro fisico la base del loro gioco. I neo-zelandesi invece, soprannominati all-blacks, fanno della sfrontatezza e della spettacolarità, la loro principale arma tattica. La cornice di questo scontro è la sud-africa dell’Apartheid e di Nelson Mandela, divisa da sanguinosi scontri di razze.

Al secondo minuto di questa partita accade il big-bang rugbistico di una nuova era della palla ovale. Jonah Lomu, appena passata la meta campo, prende palla, in 25 passi e in 7 secondi spazza via l’Inghilterra. Da solo. Contro tutti. Gli inglesi di fronte al suo passaggio cadono come birilli, impotenti di fronte ad una manifestazione di superiorità e di invidualità imbarazzante. In chiave rugbistica questo gesto è sfida aperta al concetto sacro di collettività della palla ovale. In chiave morale, questa azione è rappresentazione di superiorità fisica su chi, per ignoranza, si riteneva superiore. La parvenza d’umanità dell’Achille rugbistico è la malattia ai reni che lo porta via all’età di 40 anni.

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I funerali del semi-dio si tengono all’Eden Park di Auckland, una delle cattedrali rugbystiche per eccellenza. L’haka che gli riservano i compagni la laude perfetta per un campione indimenticato. L’uragano nero è la parabola di Jonah Lomu raccontata da Marco Pastonesi, discepolo ma soprattutto testimone dei miracoli rugbistici del dio del Rugby. Il racconto della storia di Lomu è blasfemicamente una sorta di vangelo del rugby che racconta la venuta e le imprese del suo profeta. È la storia di chi, per almeno una volta nella vita, si è sentito invincibile. O avrebbe voluto esserlo. Un po’ come Jonah Lomu: uomo, atleta e pura rappresentazione che l’impossibile, a volte, può diventare realtà.

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Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Lavagna ore 19:00 mercoledì 4 “La rivoluzione di Jonah Lomu” - Lavagna ore 18:00 giovedì 5 “La rivoluzione del tiro da tre” - Lavagna ore 19:15 giovedì 5 “Anche gli algoritmi hanno pregiudizi?” - Lavagna ore 11:00 venerdì 6 “Algoritmi, machine learning e altri demoni” - Lavagna ore 19:00 venerdì 6 “Breve storia del pressing” - Lavagna ore 10:00 sabato 7 “La nascita del tennista universale” - Lavagna ore 18:00 sabato 7 “Il ruolo del tempo nell'apprendimento umano e delle macchine” - Lavagna ore 10:00 domenica 8 “Intelligenza artificiale umana”.

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