​La sincerità della montagna
13 9 2015
​La sincerità della montagna

Forse il primo è stato Esiodo, sulla cima del monte Elicona, a lasciarsi ispirare dalla musa e a dare così una struttura al complesso mondo delle divinità greche. Allora la realtà pullulava di dei, le ninfe si nascondevano dietro polle d'acqua, nelle colline, e il viaggiatore che scostava il ramo per vederle rimaneva inevitabilmente deluso. Tra i rami solo una presenza ineffabile. Quanto di questo mistero è rimasto oggi, per chi si incammina su strade di montagna? A 65 anni Mauro Corona, al Festival con l'ultimo libro I misteri della montagna, non si è ancora stancato di scalare, di cercare nella parete di roccia una fessura in cui inserire un gancio per la fune. Il suo libro è pieno di suoni, come se un eco fosse rimasto dai rumori che sentiva nella baita in cui l'ha scritto: "la notte in montagna è più rumorosa del giorno", spiega Corona, "le foglie di noce, ad esempio, sono le più arroganti", cadono in modo molto sonoro, come consapevoli del prezzo sul mercato del loro legno.

La montagna vale soprattutto come esperienza esistenziale e ciascuno dovrebbe averne una. Può essere anche legata al mare che, in questo senso, è del tutto simile ai monti: ci sono tesori nascosti, da cacciatori o pirati, si può affondare o franare. Insomma, chi si arrampica è come un nuotatore, ma senza spinta d'Archimede. Il valore della montagna sta nell'esperienza e, ascoltando Corona, si sente che il fascino degli angoli particolari rivive nelle sue parole, senza orpelli d'estetismo, piuttosto come realtà sentita con mano. Per chi dalla montagna ha rischiato di non tornare, come tre volte Corona, la vita non può che rimanere aggrappata all'ultimo gancio. La letteratura ha la capacità di alleviare il tormento, i rimpianti e un'esistenza "che bacchetta ogni mattina".

Per molti aspetti la letteratura è nettamente diversa da un'esperienza in montagna. Non si può mentire in una scalata, quando ogni muscolo è teso nello sforzo e più ci sentiamo vivi, perchè sarebbe mentire a se stessi. Certo è possibile mentire su una scalata una volta scesi, magari in un bar esagerando l'altezza: a quel punto però non siamo mentendo alla montagna, ma agli amici. E la letteratura in effetti non segue i criteri di verità, è una lunga storia che si racconta o, come Corona sostiene, che una voce ci suggerisce. Una voce magari molto simile a quella che ispirò il greco Esiodo.

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