La storia della mia casa
4 8 2015
La storia della mia casa

Laboratori tra storia urbanistica e narrazione familiare

La collaborazione tra il Festival e l'Archivio di Stato di Mantova quest'anno si rinnova in un ciclo di laboratori a cura di Danilo Craveia, all'incrocio tra storia urbanistica e narrazione familiare. La storia della mia casa sarà un'occasione per riconoscere la propria storia individuale in quella più grande che coinvolge tutta una comunità cittadina, nella fattispecie quella mantovana. Attraverso i documenti dei catasti teresiano, lombardo-veneto e dello stato italiano relativi alla Mantova storica – interamente digitalizzati per l'occasione –, i partecipanti ai laboratori potranno ricostruire le vicende delle proprie abitazioni partendo dal 1950 circa e risalendo all'indietro fino alla fine del XVIII secolo. Mappe, estimi, partitari e catastini saranno così il pretesto per conoscere non solo i mutamenti di struttura, dimensione, destinazione d'uso e proprietà delle abitazioni, ma anche le storie familiari che si stratificano nel tempo.

RACCONTI TRA LE MURA [di Danilo Craveia]

Nella grande letteratura di tutti i tempi e di tutti i paesi, la storia delle famiglie è anche, spesso, la storia della loro casa o delle loro case. Reggia o capanna, palazzo o baracca, castello o abituro operaio... non c'è vera saga senza bicocca, magione, villa. La vicenda individuale può essere apolide, errabonda, senza fissa dimora. Il racconto corale e plurigenerazionale sottintende un contesto, un luogo, in molti casi "quattro mura", siano esse di lamiera o merlate, di tronchi o di cristallo, di ghiaccio o d'oro.

C'è un romanzo in ogni famiglia, c'è un romanzo in ogni casa. C'è un percorso da scoprire nel trascorrere del tempo e nel succedersi degli abitatori di un edificio. Che siano imparentati tra loro o che siano perfetti estranei, coloro che passano lasciano e prendono qualcosa. Gli spazi restano inalterati o mutano radicalmente, ma se la casa supera i decenni e i secoli trattiene la traccia di chi ci è nato, vissuto e morto. La condivisione di un ambito ristretto esalta la percezione del flusso vitale che lega le epoche e le genti.

Ri-scoprire chi, come e quando ci ha preceduti in qualità di dimoranti, soprattutto quando sono nostri avi, permette di sperimentare un'esperienza di radicamento e di "georeferenziazione" molto particolare. E porta a stupirci per come le situazioni, anche in soli due secoli, possano evolversi e cambiare. Un convento diventa caserma e poi caseggiato, un prato diventa cortile, un quartiere scompare per poi riapparire e così via.

Il laboratorio "La storia della mia casa", oltre a suggerire un metodo di lavoro per affrontare l'avvincente opera di ricostruzione del passato dell'immobile nel quale viviamo o che ci sta a cuore, intende svelare proprio quel romanzo, il nostro. Documenti apparentemente aridi, laconicamente fiscali, racchiudono invece interi capitoli "già scritti". Basta saperli ricomporre in un puzzle che dalla fine del Settecento produrrà, con un po' di fortuna e dopo un vero e proprio cammino segnato da "briciole di pane" fatte di numeri e di mappe, una sequenza di immagini nitida e completa fino ai giorni nostri. Mantova non sarà mai stata così densa di piccole grandi storie, di fascino e di suggestione.

Immagine: Frans Hogenberg [Dominio pubblico], via Wikimedia Commons

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