Le grandi dimissioni
8 9 2023
Le grandi dimissioni

Francesca Coin e Stefano Feltri in una riflessione sul mondo lavorativo odierno

All'interno della suggestiva Basilica Palatina di Santa Barbara, la sociologa Francesca Coin illustra l'ormai diffuso fenomeno delle frequenti dimissioni in Italia raccontando alcuni passi del suo libro Le grandi dimissioni con l'appoggio del giornalista Stefano Feltri.

La sempre maggiore tendenza da parte del popolo italiano di dimettersi volontariamente dal proprio impiego è iniziata nel periodo storico direttamente successivo alla pandemia, i cui anni paiono fortunatamente lontani dal presente, nonostante parte di essi sia stata cancellata dalla memoria collettiva del Paese. Con la fine dell'emergenza sanitaria che ha costretto la quasi totalità della popolazione italiana all'interno delle proprie abitazioni, sono cambiati molti aspetti della vita quotidiana. Tra questi, il rapporto con il lavoro si è evoluto, in particolare in seguito all'introduzione dello smart working. In seguito alla ripresa dell'economia, le persone hanno iniziato a lasciare i loro posti di lavoro in parte forse per vendetta, in parte per una progressiva disaffezione nei confronti dello stesso lavoro che si era sviluppata durante il lockdown, in parte per tornare ad assumere dei rischi e sperare in un nuovo impiego migliore del precedente.

Il fenomeno delle grandi dimissioni, però, non comprende solo quelle causate dal rifiuto del lavoro post-pandemia, ma riguarda una lenta seppur costante progressione di dimissioni volontarie. Il primo fattore scatenante è, indubbiamente, la sempre maggiore precarietà dei contratti e, di conseguenza, degli impieghi e della condizione socioeconomica del singolo. In Italia il concetto di precariato non ha sempre caratterizzato il mondo del lavoro, ma si è sviluppato in un tempo relativamente recente, ed è aumentato in particolar modo dopo la pandemia, interessando soprattutto i settori definiti "essenziali", quali ristorazione, logistica, sanità. In particolare il settore della ristorazione è stato interessato da una notevole crescita nell'ambito di strutture quali bar e ristoranti, di cui tuttavia pochi resistono nel lungo termine.

Il secondo fattore riguarda il burnout, un vero e proprio stato di stress cronico legato alla propria professione che si manifesta con una sensazione di completo esaurimento psicofisico. Questo stato ha interessato nel tempo in particolare le persone costrette, anche dopo la fine della pandemia, a lavorare da casa, portandole a provare un completo senso di estraniazione da se stesse e dalla realtà a causa dell'assenza di un normale nucleo lavorativo, oltre a portare lo sviluppo di disturbi depressivi provocati dall'isolamento prolungato. In generale, secondo i dati statistici, sono tendenzialmente gli uomini a dimettersi, mentre le donne, nel corso della storia del mondo lavorativo italiano, sono state in numerose occasioni invitate o obbligate a firmare le dimissioni in bianco per facilitare ulteriormente il loro datore di lavoro nel "malaugurato" caso di una gravidanza - e sono state le prime interessate dagli esodi forzati.

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