Liberi di leggere: i libri come bisogno primario
12 9 2015
Liberi di leggere: i libri come bisogno primario

La lettura può guarire la nostra situazione interiore se siamo disposti a provare ciò che non conosciamo senza pregiudizi

Si è svolto alla Casa del Mantegna l’evento “Liberi di leggere” tenuto dallo scrittore per ragazzi Kevin Brooks accompagnato da Fabio Geda e Simonetta Bitasi.

L’espressione “liberi di leggere” significa avere la libertà di leggere ciò che ci piace, e questo è l’unico modo per incoraggiare i ragazzi alla lettura. La scuola non deve arrivare a far vivere il momento della lettura come il peso di una verifica. Secondo Kevin e Fabio i genitori che vietano ai loro figli di leggere libri che ritengono inopportuni lo fanno perché non sanno rispondere alle loro eventuali domande. Bisognerebbe invece lasciare che leggano quello che vogliono affiancandoli, cioè dando loro la possibilità di confrontarsi e dialogare anche con i loro coetanei. Non bisogna nemmeno censurare i libri solo perché non hanno un lieto fine, come è successo al libro Bunker Diary di Kevin Brooks. Infatti egli pensa che si possa trovare speranza anche nel suo libro e che se l’avesse cambiato avrebbe raccontato una bugia ai suoi lettori. La vendita editoriale e il fattore commerciale non deve influire sull’amore per i libri e sulle decisioni dell’autore.

Non sono mancate le opinioni contrastanti e piccoli dibattiti, come quello tra Fabio Geda, il quale sostiene che i libri guariscono la nostra situazione interiore e possano avere la funzione di una “cura”, e Simonetta, la quale ritiene invece che questa sia una responsabilità troppo grande da attribuire a un libro. Leggere è stato paragonato a un bisogno primario, come il nutrirsi di sogni e ideali. Allo stesso modo libri e cibo hanno in comune una grandissima varietà, fattore che presuppone una certa apertura a provare ciò che non conosciamo e non avere pregiudizi.

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