Lo yoga, medicina per l’occidente?
11 9 2015
Lo yoga, medicina per l’occidente?

La riscoperta degli Yogasutra di Patanjali

Il Portico del Cortile d’Onore di Palazzo Ducale è pieno giovedì mattina: tanto che quando inizia a parlare, Federico Squarcini si chiede subito “siete veri, o questo è uno schermo che mi hanno messo davanti per farmi uno scherzo?”. Non è uno scherzo, e il professore lo sa bene. Sono moltissime le persone interessate allo yoga e milioni i praticanti nel mondo, quasi tutti i presenti alzano la mano alla domanda “chi di voi fa yoga?”. Squarcini è direttore del Master in Yoga Studies dell'Università Ca' Foscari ed Einaudi ha da poco pubblicato la sua traduzione e curatela di Yogasutra di Patanjali. Un libro, fatto di parole, stampato su carta, ma che, paradossalmente, non è un libro: perché, dice il professore, è impossibile da leggere.

Un testo del III-IV secolo d. C. lungo solamente sette pagine nell’originale sanscrito: 195 aforismi in cui l’autore condensa almeno 5 secoli di tradizione a lui precedente o contemporanea. Un testo densissimo, diviso in 4 parti, che quasi nessuno riesce ad affrontare oltre la seconda. Un testo lontanissimo da noi e dal nostro modo di leggere e vivere. Che cosa ha a che fare questo testo con lo yoga come oggi, comunemente, lo intendiamo? Quasi nulla, è la risposta, tranchant.

Lo yoga si diffonde in Occidente, dapprima in America, nei primi decenni del 1900. Ma non 'arriva' dall’India. Casomai è il contrario: tornerà in India per tramite dell’occidente. Un po’ un pizza effect. In questo senso è, come nel titolo dell’evento, una medicina per l’Occidente: è stato 'inventato' per rispondere ad un bisogno di cura, nella sua associazione con il benessere e il rilassamento è sottintesa l’esistenza di un forte disagio.

Squarcini sorprende il pubblico rovesciando tante delle credenze comuni sulla storia dello yoga; fa riflettere su come la nostra civiltà abbia continuamente inventato malattie, per poter vendere le relative cure appena inventate. Fa ridere con la parodia di chi “vado a cercare me stesso in India...come se in India ci fosse un enorme ufficio Lost&Found”.
Lo yoga oggi comunemente interpretato come “unione di corpo e mente” o di “anima e Dio” non ha quasi nulla a che fare con questo antico testo, come noi non abbiamo nulla a che fare con gli uomini che in quei secoli lontani l’hanno scritto e vissuto. Ma questo antico testo, pur così lontano, ci può offrire una opportunità: quella di indagare la realtà quotidiana con una lente diversa.

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