Memorie del futuro
12 9 2021
Memorie del futuro

Greco e Cappelletti in dialogo sul ruolo dei musei nella società contemporanea e futura

<<I musei sono percepiti come entità statiche, nascoste nei magazzini o intrappolate all’interno di vetrine chiuse. In realtà generano nel tempo una complessa rete di relazioni e una forte influenza sulla società civile. Speranza e ricordo sono alla base del concetto stesso di museo.>>

Da Le memorie del future di Evelina Christillin e Christian Greco

Come ci si toglie di dosso l’idea polverosa che i musei siano scatole di oggetti dimenticati? Nella mattina di domenica il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, insieme alla storica dell'arte Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese di Roma, moderati da Claudio Musso, docente presso l'Accademia Carrara di Bergamo, hanno indagato e raccolto le idee per potersi avvicinare ad una risposta a questo enorme quesito.

Alla luce dell’emergenza Covid, il ruolo dei musei è stato messo in evidenza, sottolineando una urgenza già presente sullo sfondo da anni: qual è il nuovo ruolo dei musei? I luoghi di raccolta del patrimonio comune non si limitano più (e non si sono mai limitati in realtà) a custodire e raccontare le storie di chi è venuto prima, ma si sono lanciati in una importante indagine sul significato della memoria. Così è nata una grande discussione sul tema del futuro e sul ruolo dei musei come luoghi di riflessione e costruzione delle società a venire. Questo tema non è sempre stato collegato con il museo e l’era Covid (o Coronacene) ha accelerato inevitabilmente questo ripensamento. I musei, già luoghi della memoria, durante la pandemia si sono trasformati in insegnamenti su come dialogare, esprimendo al loro meglio la loro caratteristica di enciclopedia materiale.

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Inoltre, i musei, oltre ad essere luoghi a cui rivolgersi, è necessario che diventino istituzioni che prendano posizioni su tematiche sociali contemporanee. Il loro principale compito è dare una nuova semantica, trovare modalità per capire quello che significano i pezzi di storia, raccontare come una società modifica i propri punti di vista. E anche gli oggetti, emblema dell’immobilità, diventano all’interno dei musei grandi voci che raccontano storie capaci di far riflettere sui comportamenti presenti.

Cappelletti pone l’attenzione su come il museo deve tenere anche conto dell’assenza di ciò che non c’è stato, così come ha fatto la pandemia negli ultimi anni. Attraverso le nuove tecnologie, fondamentali per la ricerca e per la vita del museo, queste istituzioni riescono ad apportare un cambiamento nel racconto delle storie.

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Bisogna smantellare l’idea del museo rigido ed intoccabile. Queste istituzioni hanno una responsabilità enorme sia verso il passato che verso il futuro. I musei raccolgono, custodiscono, riscoprono, indagano, ma soprattutto narrano, mostrano, riflettono e ascoltano. Il primo museo fu quello di Aristotele, e lo usava per spiegare ai suoi studenti come fare le categorie che aiutano a capire il mondo. Ma, la prima istituzione simile a quelle moderne fu il Museion di Alessandria che, anche se non si sa se avesse collezione, di sicuro aveva una biblioteca e un gruppo di studiosi, ovvero menti in dialogo sul futuro. Il discorso museale è cambiato e anche questo fa parte del museo moderno.

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