Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota
6 9 2019
Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota

La storia di Alex Zanardi, non solo pilota ma maestro di vita

Lo sport al Festival vivrà di grandi storie. Alle Lavagne dedicate alla tattica sportiva e alle innovazioni conosciute dalle concezioni di gioco, si aggiungono infatti il ricordo dell'ultimo anno della vita di Fausto Coppi, le quotidiane abitudini dei campioni del tennis, le corse in alta quota, le imprese dei soldati italiani nei campi di prigionia in Sudafrica durante la seconda guerra mondiale e quelle collezionate da un testimone d’eccezione come Alex Zanardi, per dare risalto ai valori dello sport senza eccessi retorici.


«Sono un pilota». Alex Zanardi lo ripete allo sfinimento, come per ricordare che la sua vera essenza scaturisce da quella che è stata la sua professione. A fronte della sua storia e delle sue imprese viene, quindi, spontaneo chiedersi: “Solo un pilota?” La risposta è ovviamente no, ma di certo è il lavoro per cui è nato, da cui è stato formato e che gli ha letteralmente cambiato la vita. La storia di Alex Zanardi è nota, ma è giusto ricordare qualche passaggio fondamentale: pilota automobilistico per tanti anni, il 15 settembre 2001, sul circuito del Lausitzring in Germania, viene coinvolto in un terribile incidente. Entrambi i suoi arti inferiori vengono tranciati.

Viene caricato con poche speranze su un elicottero e trasportato a Berlino. Lotta tra la vita e la morte per sei settimane, riuscendo a reagire e ad uscire dall’ospedale, ma è un pilota trentacinquenne, senza gambe e ormai sulla via del tramonto. Ci sarebbero tutte le condizioni per lasciarsi andare alla disperazione. Tuttavia, secondo il principio per il quale capiamo quanto siamo forti solo quando essere forti è l'unica opzione che rimane, Zanardi scopre una forza incredibile che lo porta a reagire. Ritorna all'automobilismo, per poi avvicinarsi al mondo del paraciclismo e con la sua handbike, vince le Maratone di New York e di Roma oltre che le paralimpiadi battendo record su record.

Da una delle più grandi (e potenzialmente fatali) sfortune della sua vita è nata, quindi, la più grande opportunità di tutta la sua esistenza. Un nuovo inizio facilitato da un cocktail di tenacia di cui lo stesso Zanardi già disponeva e formato dagli ingredienti perfetti: una curiosità incredibile, una tremenda voglia di vivere ed una testardaggine rara. In un dialogo mediato dallo scrittore Francesco Abate, Alex racconta gli intrecci della sua vita partendo dalle umili origini bolognesi, proseguendo per la sua carriera fino ad arrivare all’intreccio con Gianluca Gasparini, terzo ospite dell’evento, giornalista della Gazzetta dello Sport e co-autore dei suoi libri. Abate, in una rilettura sportiva dell’evento, è l’arbitro di un’ipotetica amichevole tutta emiliana tra Zanardi e Gasparini in cui il risultato sono una serie di insegnamenti conosciuti da tutti ma compresi da pochi.

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Se l’ex pilota è puro argento vivo impregnato di una travolgente intraprendenza, il giornalista è il suo alter ego: tranquillo, silenzioso e saggio. I due si completano e in una staffetta di un’ora e un quarto, il lascito al pubblico è decisamente notevole. L’eredità morale di Zanardi, dispensatore di grandi verità, ha un’origine precisa: la sua famiglia. Il percorso da pilota nasce, incredibilmente, dopo la perdita della sorella in un incidente stradale. Il terribile evento oltre all’esperienza sui go kart trasforma il piccolo giamburrasca emiliano in un responsabile ragazzino che cresce con le parole di papà Dino.

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Verità come «Sandrino impara ad ascoltare chiunque che da ciascuna persona su questa terra, avrai qualcosa da imparare» oppure «Chi copia piglia 5 ma è un buon punto di partenza» sono il combustibile perfetto per alimentare quell’umiltà e quella tenacia che lo hanno portato ad essere, per tutti, un esempio. L’incidente è solo una terribile occasione per mostrare, a tutti, la sua personalità prorompente.

Alex è esempio e testimonianza che anche nelle più grandi sfortune si possono trovare nuove opportunità. Basta saperle coglierle e lottare per trasformare queste occasioni, in risultati concreti. Nella quotidianità dei nostri banali problemi, la storia di Zanardi insegna le reali priorità della vita e come esse non debbano mai essere date per scontate. Nello sconforto di una delusione, i traguardi di Zanardi insegnano che “volere è potere” non è una frase sparata a salve, ma una grande verità che deve essere portata a termine con duro lavoro. Alex Zanardi è, senza ombra di dubbio, un pilota automobilistico. Allo stesso tempo però, senza esagerare, è per personalità e tenacia un vero e proprio maestro di vita pronto a guidare moralmente noi passeggeri, colpevolmente smarriti nella banalità delle nostre fissazioni.


Per chi vuole approfondire il percorso, Festivaletteratura propone:

Evento 15 “Il cielo è il limite” - Evento 57 “Passione e morte di Fausto Coppi” - Evento 117 “Mi chiamo Alex Zanardi e sono un pilota” - Evento 121 “Storie della storia del tennis” - Evento 186 “Una gara per restare umani”.

Festivaletteratura