Nahda
9 9 2016
Nahda

Rinascita o necessità di supremazia?

Ati è uno dei tanti, vive in un eterno presente nel quale la storia è ferma dal 2084 e da lì non ha più progredito. Abita nell'Abistan, dove tutti hanno nomi composti da 3 lettere, dove non esistono confini, barriere e dubbi. Com'è possibile che un posto e una popolazione simile esistano? La risposta è facile: siamo in una narrazione senza tempo dove non si conosce il proprio passato e non esiste un futuro. La vita scorre ed è nel momento stesso in cui Abi il profeta la professa. L'agire religioso lega gli abitanti in un eterno presente, cancellando ogni forma di tempo e con esso ogni dubbio che potrebbe scaturirne. La vita si svolge tranquillamente fin quando Ati nota per la prima volta delle barriere e dei confini che fanno crescere in lui domande che forse, non è autorizzato a porsi.

«Quale frontiera? Quale strada proibita? Il nostro mondo – si chiede Ati – non è forse la totalità del mondo? Non siamo forse a casa nostra ovunque, per grazie di Yölah e di Abi? Che bisogno c’è di confini? Chi ci capisce qualcosa?»

La narrazione di Boulem Sansal mette a confronto il pubblico di Festivaletteratura con una delle tematiche più controverse di questo nuovo secolo: il controllo esercitato nei confronti delle popolazioni dalla religione scaturisce da una necessità di rinascita o dagli interessi politici ed economici legati al potere? Ispirandosi al famosissimo 1984 di Orwell, Sansal narra di un mondo distopico controllato dai capi religiosi che sembra essere una metafora, e al tempo stesso una previsione, del nostro futuro concreto pur non pretendendo di esserlo. Dal testo all'attualità il passo è breve: non possiamo fare a meno di interrogarci sulla c.d. Nahda, ovvero la rinascita islamica, un concetto intriso di significati che investe oltre ai popoli arabo-musulmani anche il resto del mondo.

(caricamento...)

Oggi si possono distinguere ben 3 correnti arabo-musulmane che sostengono la Nahda. Il punto di partenza della rivoluzione consta di un obiettivo comune: la ricostituzione di stati arabi musulmani indipendenti sotto la guida di un califfo. La differenza tra le correnti risulta invece evidente se si analizzano le modalità di rivendicazione del diritto a guidare l'Islam alla rinascita. I Salafiti fondano la loro rivoluzione sulla cultura, l'educazione e il sapere, in una lotta contro l'ignoranza che trova le sue radici nel bisogno di ritorno alle origini, una specie di illuminismo politico religioso. I Fratelli musulmani credono in una rivoluzione politica e sociale interna al paese, che passi prima di tutto attraverso l'aiuto e il risanamento delle condizioni di vita delle popolazioni arabe. Ultimi ma non per importanza sono poi i Jihadisti convinti che non vi possa essere rivoluzione e quindi rinascita senza la guerra. A queste tre correnti se ne aggiunge una terza, quella dell'Islam europeo, in formazione ma altrettanto influente. Oggi è difficile pensare che la rivoluzione sia guidata esclusivamente da scopi religiosi, poiché come si nota leggendo il libro 2084, la religione spesso è un pretesto per mantenere la supremazia politica ed economica di paesi vasti e ricchi di risorse.

«Zir aveva scritto un rapporto psichedelico sulla guerra lampo e sognava di farne una su vasta scala, il suo chiodo fisso era il ghetto di Qodsabad, l’idea che esistessero i Rinn non lo lasciava vivere, aveva un piano per annientarlo in tre giorni, uno per sorprendere e terrorizzare la popolazione, uno per mettere tutto a ferro e fuoco, uno per somministrare il colpo di grazia ai feriti e fare fagotto, mentre Mos, in un’altra brillante dissertazione, difendeva l’idea che solo la guerra permanente e totale, senza tregua né freni era conforme allo spirito del Gkabul, poiché lo stato di pace era indegno di un popolo portatore di una fede cosí potente»

La domanda che rimane senza risposta è ovviamente quella che più ci riguarda: chi conquisterà il “trono” tanto conteso? A seconda della risposta il nostro mondo potrebbe discostarsi o assomigliare in sempre più al mondo del profeta Abi.

Festivaletteratura