Non esistono risposte semplici alla complessità
9 9 2023
Non esistono risposte semplici alla complessità

Oggigiorno la realtà delle organizzazioni criminali è un garbuglio di tante trame diverse, a provare a districare i fili la giornalista Floriana Bulfon

Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo.

Questa è la descrizione con la quale Carlo Emilio Gadda introduce il commissario Ingarvallo nel suo "pasticciaccio", ed è a partire dal concetto di "gnommero" che si sviluppa la chiave di lettura della giornalista d'inchiesta Floriana Bulfon.

Per spiegare quello che intende, Bulfon prende in esame l'esempio di Roma, città in cui si è trasferita - proprio in quella via Merulana -, e che fornisce esempi a non finire di come trame diverse siano continuamente interconnesse. Nella Città Eterna quando si prende in esame un caso d'inchiesta avvenuto negli ultimi decenni si finisce inevitabilmente per scoprire delle connessioni di diversi mondi criminali, nonché di collegamenti con istituzioni laiche o meno. Gli esempi di sprecano, solamente per menzionarne alcuni basti pensare alla banda della Magliana, il rapimento Moro, il caso Orlandi, Mafia Capitale... «Roma è tante cose, non c'è un capo dei capi», ricorda Bulfon: nella città infatti sono presenti innumerevoli organizzazioni criminali che evidentemente qui trovano terreno fertile per i loro interessi. Inoltre a Roma le trattazioni sono talmente all'ordine del giorno che i protagonisti non hanno nemmeno il bisogno di nascondere i loro incontri (come testimonia la celebre foto al ristorante nel corso della vicenda di Mafia Capitale).
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In particolare domina la presenza della Mafia, che nel corso degli anni è cambiata radicalmente: non opera più attraverso gli attentanti, come faceva a fine secolo scorso, ma piuttosto usa principalmente la corruzione per acquisire potere. Questo cambiamento è stato però anche la causa di una minor sensibilità sociale rispetto a quegli anni di tensione. Così facendo la Mafia ha potuto proliferare costantemente lontano dalla luce dei riflettori e consolidare le relazioni soprattutto con figure istituzionali. La fonte principale di guadagno è il mercato degli stupefacenti, in particolare quello della cocaina, che permette alle organizzazioni criminali di infiltrarsi in ambienti socialmente elevati. Inoltre Bulfon ci spiega che tutta questa rete di sistemi funziona grazie ad una logica di raccomandazioni: avere le giuste conoscenze diventa una questione fondamentale per poter sopravvivere. Questo meccanismo in realtà permea tutta la società, dall'alto al basso, non solo nella capitale ma in tutti il Paese, e porta a lasciare indietro tutti quei cittadini onesti (o senza conoscenze) che ne vengono esclusi. In sintesi si è creato un sistema di diritti negati che spingono alla ricerca di vie alternative e finisco per alimentare nuovamente le organizzazioni criminali.

Lo schema di interdipendenza emerso dallo gnommero romano quindi si ripropone in un modo o nell'altro in ogni città della penisola. Per Bulfon è possibile scardinare questo sistema solamente se ognuno non si rassegna alle storture del Paese, perché lo gnommero non ha risposte semplice e la strada per vivere meglio è percorribile solamente se «smettiamo di anteporre l'Io al Noi».

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