Profezie: parole su ciò che accadrà
3 9 2020
Profezie: parole su ciò che accadrà

Cinque ospiti, cinque incontri per intravedere il mondo di domani

In tempi di disorientamento come quelli che stiamo vivendo, la paura e l'angoscia per il futuro possono avere ragione di noi. Un merito della pandemia attuale è senz'altro quello di aver portato al pettine tutti i nodi che l’umanità si sta trascinando da tempo. Dal canto nostro, evitare di cadere nei vecchi errori e guardare al domani con speranza nutrita di buone ragioni è un imperativo. Proprio in tempi come questi è quanto mai vivo il bisogno di parole salde, "profetiche" ma anche in grado di avanzare ben piantate su una realtà in vertiginosa trasformazione. Occorre peraltro sfuggire urgentemente alla pessima abitudine del chiacchiericcio e dell’opinionismo di massa che disprezza la riflessione ponderata e convalidata dalla realtà. Non è vero che tutti hanno ragione, non è vero che tutti possono parlare a vanvera senza conseguenze per la propria mente e le menti altrui. Hannah Arendt aveva visto lontano quando profetizzò i danni che avrebbe portato all’umanità la perdita del senso dell’autorità, cioè dell’agire disinteressato e del pensare per amore del mondo. Al Festival l’abbiamo ascoltata e abbiamo capito che c’è bisogno di donne e uomini lungimiranti che desiderino orientare i nostri prossimi pensieri e le nostre prossime azioni.

La rassegna PROFEZIE, una delle grandi novità di Festivaletteratura 2020, è nata da questa convinzione. Ogni giorno, da mercoledì a domenica, cinque diversi protagonisti di campi del sapere quantomai eterogenei si affacceranno sulla balaustra di Piazza Santa Barbara, nel cuore Palazzo Ducale, per condividere con il pubblico del Festival una loro idea di futuro. Con intensa attenzione ascolteremo le parole profetiche che ci diranno, nel bene e nel male; quello che sta per accadere e quello che possiamo far accadere, nel rispetto delle buone trasformazioni in corso. Vedremo quelle che sono già sotto i nostri occhi e solamente un po’ più in là, cose che non sapremmo vedere se profeti e profetesse dei nostri tempi non le indicassero.

Maria Grazia Chiuri (mercoledì 9 settembre – ore 19:00) è una delle grandi protagoniste della moda contemporanea e sarà la prima ospite della rassegna. Dal 2016 è direttore artistico per Dior (prima donna a ricoprire questo ruolo in una delle maison più carismatiche per il sistema della moda) per le linee donna Haute Couture, prêt-à-porter, accessori. Nel suo intervento cercherà di indagare le nuove sfide che la moda, e il mondo di cui è perno, dovranno affrontare in un continuo interrogarsi ed evolversi, partendo dal presupposto che "la moda è politica e desiderio". Secondo l’autrice il più delle volte questo sistema globale non è riuscito ad articolare una visione che tenesse conto della sua importanza e delle sue responsabilità.

Carla Gianotti (giovedì 10 settembre – ore 19:00), tibetologa e docente di Buddhismo tibetano alla Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini, si interrogherà sul significato e la portata della fiducia. Il mondo è infatti tutto qui, in ciò che non sappiamo: stiamo vivendo un tempo incerto, di fragilità che ci smisura, un tempo dis-orientato di parola. È in questo tempo opaco e buio, fatto di mancanza, di bisogno e di affanno di respiro che ci viene affidato un altro respiro, un fiato che viene da lontano, che sa lavorare (e faticare) di opera, che da sempre costruisce futuro. Perché la fiducia è il respiro che tiene insieme l’inizio e la fine del giorno, l’inizio e la fine delle cose. Perché fare fiducia è concepire e custodire ogni volta il mondo.

Mirko Zardini (venerdì 11 settembre – ore 19:00), architetto, autore, curatore e docente universitario, direttore dal 2005 al 2019 del CCA di Montreal – Canadian Centre for Architecture, conduce ricerche che si occupano del rapporto tra architettura e città contemporanea, oltre che delle trasformazioni dell'urbanistica, le infrastrutture e il paesaggio. Esaminerà la crisi che si è presentata al mondo e che non ha portato con sé nuove idee e soluzioni. Essa tuttavia ci ha costretti a stravolgere le nostre priorità e ad accelerare alcuni dei processi in atto. Di fronte alle città immobili, ridotte a scenografiche rappresentazioni di un mondo scomparso, possiamo domandarci quindi cosa fare, ma prima ancora dovremmo chiederci perché, e per chi dovremmo "ricostruire".

Luca Mercalli (sabato 12 settembre – ore 19:00), meteorologo e climatologo, responsabile dell'Osservatorio Meteorologico del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri e presidente della Società Meteorologica Italiana Onlus, si occuperà di clima e del futuro del nostro pianeta. Il mondo, inteso come Terra più Umanità, è fiorito con la Civiltà, la Tecnica, le Arti nel moderato tepore degli ultimi diecimila anni. Ora rischia di finire nel fuoco del riscaldamento globale. Entro la fine del ventunesimo secolo, avremo fino a cinque gradi in più, caldo opprimente, ghiacciai spariti, oceani più alti di un metro, siccità, tempeste. Una profezia che è basata sulla scienza e su un numero, la concentrazione di anidride carbonica nell’aria, oggi a 415 parti per milione, il valore più alto da 23 milioni di anni. Ma l’esito di questo scottante presagio dipende ancora da noi, dalla nostra volontà di cambiarlo rispettando i limiti della Natura. Il fuoco climatico si può ancora estinguere se anche noi bruceremo meno risorse, meno carbone, meno petrolio.

Antonella Viola (domenica 13 settembre – ore 16:45), docente di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova e direttrice scientifica dell'Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, chiuderà la rassegna delle Profezie enunciando il valore della ricerca scientifica. per l'oggi e il domani. Per Viola confidare nella ricerca significa confidare in un futuro migliore, immaginarlo e adoperarsi per costruirlo. La ricerca è fiducia, rispetto, pazienza e visione: essa si nutre di questi elementi e non può crescere in un mondo che ne è privo. Recuperare questi valori è il primo passo per immaginare il futuro.

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