dialogo tra Lodovico Festa e Massimo Cirri con Luigi Caracciolo
Luigi Caracciolo dialoga con Massimo Cirri e Lodovico Festa di storia, politica e dei loro nuovi romanzi, alla ricerca di congruenze e legami tra le due opere.
Massimo Cirri racconta che l’idea del romanzo Un’altra parte del mondo arriva in una data precisa: l’undici luglio 2011, quando ha sentito alla radio della morte di Aldo Togliatti – figlio di Palmiro Togliatti e Rita Montagnara - e ha deciso di ricostruire la sua storia a posteriori. Da qui comincia la sua “ossessione” nell’indagare le vicende della difficile vita di questo ragazzo, poi uomo e anziano, che ha vissuto 31 anni in un istituto psichiatrico, in «un secolo in cui paradossalmente è stato dimostrato che si può essere matti senza essere rinchiusi».
Aldo è «vittima del tritacarne della storia», schiacciato dall’importanza dei suoi genitori in un secolo che è cambiato profondamente anche grazie a loro e proprio dalla sua vita nel romanzo si risale quindi agli eventi del “secolo di ferro e di fuoco”.
Al contrario, Lodovico Festa in La provvidenza rossa si pone come obiettivo la rappresentazione del Movimento comunista a Milano negli anni ’70, e «per sfuggire all’eccesso e ai nostalgilismi» sceglie la forma del romanzo giallo. Le indagini, sull’uccisione di una giovane attivista del PCI nel ’77, sia ufficiali sia interne al partito, offrono quindi lo spaccato di una città e di periodo che definisce «l’inizio di una fase finale».
Caracciolo mostra quindi i legami tra di esse, come l’idea di indagine – propria per definizione del romanzo giallo – e dell’investigazione sulla vita di qualcuno al fine di tracciarne la biografia, in aggiunta alla tematica comune piu eidente, ovvero la descrizione di periodo storico mosso da sogni e ideali.
Gli stessi ideali che recita e canta Gaber in «Qualcuno era comunista perché…», che, come afferma Festa, restano, ma hanno bisogno di trovare nuove “vie d’espressione”, diverse dal comunismo, che “si esaurisce storicamente” nella sua epoca.