Questo amore che dolore
10 9 2023
Questo amore che dolore

Il rapporto uomo-donna in Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg aveva giurato che non avrebbe mai scritto per il teatro. Lo farà invece e scriverà Ti ho sposato per l'allegria, commedia in tre atti. Lo spettacolo inizia subito con i quattro attori Francesco Bottin, Ilaria Campani, Sara Gedeone e Nicolò Tommasini vestiti di bianco, a piedi nudi sul parquet, davanti i loro leggii.

L'opera narra la storia di Giuliana, una ragazza che proviene da una famiglia molto povera di un piccolo centro della Romagna. Ospitata da un'amica, si trasferirà a Roma inseguendo il sogno di fare l'attrice. Per mantenersi trova lavoro in un negozio di dischi dove incontra Manolo, un uomo benestante descritto da lei come malinconico ma misterioso: «Non è che mi trattasse male, qualche volta era buono con me Manolo. Però aveva un'indifferenza, un'indifferenza...». I due finiscono per convivere, ma appena lui verrà a sapere che lei è incinta scapperà, lasciandole dei soldi. Lei, aiutata dall'ex moglie di Manolo, Topazia, decide di abortire. Conoscerà poi a una festa Pietro, giovane e anche lui ricco, che dopo una sbornia l'aiuterà. E i due si innamoreranno.

Uno dei momenti più intensi del primo atto è proprio quando la protagonista Giuliana racconta il suo passato amoroso alla domestica Vittoria. È forse la sua parte più riuscita e significativa, messa lì, proprio all'inizio, quando solitamente è verso la fine o a metà opera che i protagonisti stupiscono con alcune rivelazioni. Tutti i temi dell'opera sono toccati: l'ascesa sociale, le crudeltà e le meschinità piccolo-borghesi, il matrimonio, l'aborto. Natalia Ginzburg scivola lieve sulle banalità del quotidiano raccontate in tono leggero ma dolceamaro, con un fondo di disillusione che non trova speranza: la luce in fondo al tunnel non si vede, i problemi sono infiniti. Ginzburg non lo accetta, e sfida l'idea del matrimonio dove la parte femminile non ha alcuna indipendenza. Giuliana non riesce a trovare il suo equilibrio e anche di questa ricerca ci parla l'autrice. Tra Manolo che la ignorava troppo e Pietro che non sa farsi desiderare si sente persa. «Tu non sai accettare la verità perchè non vuoi diventare adulta» le dice Pietro, l'uomo che l'ha sposata, e probabilmente centra il bersaglio. Lei è infantile e immatura, lui troppo tranquillo e manca di passione. Sembra odiarlo, ma odia più se stessa che lui in realtà, la sua dannata sensibilità che si sconta con un'Italia bigotta e maschilista, perfettamente rappresentata dal personaggio della madre di Pietro, classica donna "casa e chiesa". Madre che odia tutto e tutti e dice di Pietro a Giuliana: «Non creda che mio figlio sia un ottimista, è solo un superficiale, non confonda».

Dice Giuliana a Pietro: «Ti ho sposato per l'allegria. E anche per i soldi. E tu mi hai sposato anche per pietà. Vero?». Pietro non risponde. È l'incomunicabilità dei rapporti il cuore pulsante che Ginzburg coglie. Una rosa con le sue spine, appassisce per un nulla. Delicata, fragile, bellissima.

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