Raccontare il desiderio
11 9 2021
Raccontare il desiderio

Elisa Bucciarelli: una collana per leggere le emozioni e i sentimenti dentro ciascuno di noi

Ciascun lettore quando sceglie un libro in libreria o prende in prestito un volume in biblioteca è mosso da un sentimento, da un desiderio di cercare risposte a degli interrogativi profondamente personali che sono ancora irrisolti. La lettura è un atto intimo e ogni volume che anima la biblioteca personale di ciascuno di noi lascia dietro di sé una scia di memorie ed emozioni. Dietro alla scelta di un volume si nasconde spesso anche il vissuto di chi ha compiuto quell’atto: dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei. Ispirata dall’incontro illuminante sulle vite segrete dei libri tenuto da Giovanni Spadaccini durante l’Accento di giovedì, Elisabetta Bucciarelli, nella gradevole cornice del cortile della Biblioteca Baratta, riflette dunque su come i libri siano letteralmente degli “accumuli di vita”, veri e propri pezzi di storia personale.

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Molto spesso però i libri, oltre a fornire risposte, generano molte domande; conclusa l’ultima pagina, sono molti gli interrogativi che rimangono impigliati nella testa del lettore ed è proprio questo il filo che tiene unita la collana di cui la Bucciarelli ha deciso di parlare stamattina.

Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti è il primo della serie; un libro che parla di passato e presente, dei cambiamenti che il nostro corpo e la nostra personalità subiscono col tempo. Molte volte, ad esempio, ciò che valutavamo come bello, simpatico, attraente in tenera età subisce l’erosione degli anni; ciò impedisce la piena trasformazione, la conversione del bruco in farfalla. Lo scorrere del tempo porta pertanto ad un enorme straniamento e a ridisegnare tutto in una nuova prospettiva.

Come può la bellezza trasformarsi, qual è la bellezza che cerchiamo, cosa per noi sembrava bellezza un tempo ed oggi guardiamo con occhi diversi? Questi sono i primi interrogativi suscitati, ai quali si aggiungono quelli mossi dal secondo volume, Tre madri di Francesca Serafini, un giallo letterario che ruota attorno alla figura dell’ispettore Lisa Mancini, donna dal passato pieno di incarichi di rilievo che ha deciso però di trasferirsi in un piccolo paese romagnolo, agendo in sordina. La scomparsa di un giovane ragazzo, River, la porterà però a mettersi nuovamente in gioco, a ripensare sé stessa. L’assenza di River interroga dunque sul peso che le assenze hanno per ciascuno di noi, in un continuo equilibrio precario fra i fantasmi del passato e le domande del presente. Quanto siamo capaci di reggere l’assenza di qualcuno, che presenza occupa l’assenza di una persona?

E se fosse una persona a noi cara a scomparire, come reagiremmo? Quest’ultima domanda è al centro de Gli affamati di Mattia Insolia, scrittore giovanissimo eppure molto maturo; una storia di dolore, solitudine, abbandono e separazione che racconta di una madre che se ne va, innamorata follemente di un altro uomo, e decide di lasciare i propri figli in mano al padre. La reazione a questa scelta ribalta gli stereotipi: tutti solidarizzano infatti col padre e con i figli, mentre lei viene letteralmente crocefissa e malvista da tutti. Una storia che sfocia in una rabbia espressa con forza nelle parole di Insolia e che interroga sul modo in cui i figli trattano la propria madre. Fino a che punto può degenerare la reazione alla mancanza dell’apporto materno? Quanto siamo liberi di poter dare sfogo alla violenza delle parole e quali reazioni suscitano negli altri?

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Saper imparare a incanalare con le parole la violenza, la rabbia e i sentimenti di disagio e abbandono è quello che cerca di fare anche Barre di Francesco “Kento” Carlo, raccontando gli abusi di potere all’interno delle carceri minorili italiane che ostacolano la libertà di espressione dei ragazzi rinchiusi lì dentro, ritenuti gli ultimi degli ultimi, spesso privi di una rete di supporto che possa garantire loro anche le più minime tutele e che si domandano quanto coraggio sia necessario per esercitare la loro libertà e fino a che punto essa possa essere ostacolata e condizionata.

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Essere liberi di e liberi da, il bisogno di esprimere pienamente le proprie potenzialità e realizzare le proprie aspirazioni, senza condizionamenti esterni: Poesie per ragazze di grazia e di fuoco di Karen Finneyrock & Rachel McKibbens è così il completamento di un cerchio letterario che invita a leggersi e a guardarsi dentro, a raccontare il proprio desiderio di affermazione. Il miracolo dell’atto di lettura si converte così in uno strumento di introspezione, un bellissimo e costante esercizio di dialogo con i propri desideri, di ricerca di risposte alle nostre inquietudini.

Un mezzo per continuare a interrogare la vita.

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