Rifiuti mantovani
12 9 2021
Rifiuti mantovani

Via Fluminis: Il rapporto uomo-ambiente fra ferite e speranze

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Via Fluminis, che nel 2020 ha costeggiato il Lago Superiore e il Lago di Mezzo, quest’anno porta il pubblico da Porto Catena a Campo Canoa sulle sponde del Lago Inferiore. Emanuele Bellintani introduce l’evento riassumendo brevemente il rapporto di Mantova con l’acqua nella storia. Se in passato la città poteva vantare la funzione difensiva dei laghi, nel Novecento alcune modifiche come la bonifica del Lago Paiolo e la tombatura di una parte del Rio hanno ridefinito una relazione che da secoli andava consolidandosi. Queste operazioni rivelano una dinamica di rapace speculazione sul territorio dettata dagli imperativi consumistici del secondo dopoguerra.

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Porto Catena (ultimo porto di Mantova, che un tempo ne vantava molti), chiamato così per la presenza di una grossa catena che impediva alle navi di andarsene senza avere pagato i dazi, era il luogo dove le lavandaie, negli anni Cinquanta, manifestavano un aspetto ruspante dell’identità mantovana. Il loro lavoro, i loro canti e i loro pettegolezzi si ponevano in piena antitesi con gli atteggiamenti aristocratici dei Gonzaga del centro. La storia - e nello specifico l’avvento della lavatrice - ha cancellato questo rapporto sociale fra uomo e acqua, che prima di allora si era espresso nel segno della mantovanità.

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Il secondo terzo del percorso si apre con una riflessione sul polo chimico di Mantova, e nello specifico sull’impianto petrolchimico aperto nella seconda metà degli anni Quaranta del Novecento. L’impatto ambientale di questa e delle altre industrie che presto l’hanno affiancata è stato particolarmente tragico: oggi si segnalano alti livelli di inquinamento nell’aria, nell’acqua, nel suolo, e nel sottosuolo, con l’aggravante che queste minacce sono invisibili. Gli scarti del polo non lasciano nessuna traccia, se non le preoccupanti statistiche sull’aumento dei tumori nella provincia di Mantova negli ultimi trent’anni. Oggi il polo è una grande area inutilizzata che è stata sottoposta a progetti di bio-risanamento, ovvero un tentativo di cura del territorio attraverso organismi viventi.

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Prima dell’attraversamento della Diga Masetti, alcuni performer in maschera - un piccolo esercito di rifiuti antropomorfi - propone al pubblico una breve rappresentazione teatrale sul tema dello scarto. «Mi chiamo risorsa quando conviene, poi divento rifiuto quando non servo più»: il monito dalle tinte apocalittiche sfuma mentre gli spettatori percorrono il tratto sul ponte.

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Il professor Marco Bartoli prosegue l’intervento sottolineando con amarezza che spesso le pratiche di disinquinamento, oggi caldeggiate dalle politiche europee e in Italia dall’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica, spesso prevedono costi che superano i profitti e che quindi non possono essere attuate. Rossano Bolpagni introduce la terza parte dell’evento puntualizzando l’esistenza in ecologia della differenza fra scarto e rifiuto. Il primo anticamente era un oggetto di scarso valore che in un dato momento non aveva alcun utilizzo (ma che poteva recuperarlo nel tempo), il rifiuto è invece qualcosa di perentorio che non trova altre applicazioni. Il mutare di questo concetto ha grosse implicazioni sulle relazioni fra uomo e territorio, motivo per il quale il polo chimico di Mantova è un capolavoro di insostenibilità ambientale.

Ed ecco che nell’ultimo tratto si profila la speranza per un futuro più roseo nelle parole e nelle attività dei membri di R84 che si propongono l’istituzione di un bosco post-industriale. L’operazione procede a rilento per via della base volontaria del gruppo, ma l’impulso ad un miglioramento nel segno della sostenibilità ecologia è evidente, così come l’impegno alla sensibilizzazione nei confronti del terreno, operata anche attraverso piccole installazioni e dediche sugli alberi. Un nuovo assetto mentale dovrebbe contemplare il concetto di “scarto” come risorsa, ovvero un fattore capace di rimodulare le dinamiche esistenti fra essere umano e ambiente all’insegna del rispetto reciproco.

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