Rinascimento medievale
11 9 2020
Rinascimento medievale

Una rilettura del Quattrocento e Cinquecento con Hans Tuzzi

Il 1492 è stata davvero quella cesura epocale che tutti conoscono dai manuali di storia? E come è possibile riconoscere univocamente lo scarto storico rispetto al Medioevo, quando il Rinascimento si configura in momenti diversi in giro per l’Europa?

Tra gli scaffali della Biblioteca Teresiana Hans Tuzzi si propone di definire e ridefinire questo momento di passaggio tra il Quattrocento e il Cinquecento, svelando la sua personale, raffinatissima collana editoriale di libri e manoscritti scelti per l’occasione.

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Una guida alla Roma classica e contemporanea (con tanto di stazioni per le indulgenze), un trattato di stregoneria, un manoscritto di veterinaria, un trattato di anatomia e un libro di cucina: ognuna di queste opere emerge per le sue peculiarità moderne e innovative, conservando tracce più o meno evidenti di una tradizione medievale che spesso si tende a escludere. Così, per esempio, mentre l’Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae di Francesco Albertini racconta le meraviglie e i fermenti della Roma cinquecentesca, contemporaneamente non rinuncia mai a illustrare miracoli e prodigi su ogni tappa percorsa.

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Parlare di stregoneria, Sabba e voli demoniaci sembra non avere alternative nella nostra categorizzazione temporale, è un’addizione automatica: Hans Tuzzi, al contrario, ripercorre una diatriba molto più complessa e fluida, che vede un tribunale laico parigino menzionare per la prima volta il volo delle streghe. È il 1250 e la Chiesa ancora non riconosce questo fenomeno, che andrà a delinearsi con più certezza proprio tra il Quattrocento e il Cinquecento. Come spiegare, dunque, la diffusione molto più elevata dei roghi solo dopo i “secoli bui” e la loro conclusione in piena età dei Lumi?

Di particolare curiosità il manoscritto sulla veterinaria equestre di Zanino de Ottolengo e il trattato De humani corporis fabrica del chirurgo e anatomista Andrea Vesalio. Un’opera cinquecentesca sulle infermità equestri e i loro rimedi non avrebbe potuto nascere al di fuori di Mantova: la passione dei Gonzaga per i cavalli non conosceva limiti di risorse né barriere geografiche e le scuderie ducali sono passate alla storia come le più rinomate d’Europa. Allo stesso tempo, Vesalio riunisce lo scibile e le sue esperienze come chirurgo di battaglia in un capolavoro della scienza medica e pregevole edizione sui sistemi e apparati del corpo umano, corredata di 270 tavole scientifiche che dovevano potenzialmente guidare altri chirurghi nelle loro operazione. E se il lettore contemporaneo rimane ammirato per la modernità di entrambe le opere intrinsecamente rinascimentali, un occhio più attento non può non notare retaggi medievali: se, infatti, Vesalio non crede nel potere medico della polvere di unicorno, non mette mai in dubbio la possibilità della sua esistenza.

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Dulcis in fundo si potrebbe concludere pensando all’ultimo libro di questa rassegna ideale. L’opera di cucina di Bartolomeo Scappi è un variegato affresco di ricette, galateo e costumi che la dicono lunga sulla vita di corte. Eppure, il rinomato cuoco non rinuncia mai a un pizzico di Medioevo e stabilisce tutti i tempi di cottura in base alla durata delle preghiere. Recitate in latino, rigorosamente.

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