Scarafaggi
12 9 2015
Scarafaggi

Il secondo capitolo della saga di Jo Nesbø

Il freddo della Oslo di Jo Nesbø abbassa notevolmente le temperature nel caldo sabato pomeriggio del Festivaletteratura. Scarafaggi, il secondo romanzo della saga di Harry Hole, era stato scritto nel 1998. Ma in Italia è arrivato solo la scorsa settimana. Fisico asciutto e maglietta bianca, il biondissimo 55enne Nesbø sembra il primo ad essere contento se l’editoria del Belpaese ha finalmente colmato il vuoto tra i dieci capitoli di Harry Hole. Allora, poco importa se le avventure dell’investigatore sono state lette “sfasate” dagli italiani.

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Il clima festivaliero torna nuovamente a scaldarsi quando Massimo Vincenzi introduce la trama del libro. Hole viene infatti mandato dai ghiacci scandinavi al caldo thailandese: un diplomatico norvegese viene trovato accoltellato in un motel di prostitute a Bangkok. Già questo basta a rendere l’idea degli ambienti che saranno frequentati dal detective, dalle fumerie d’oppio ai bordelli. Se negli altri romanzi (Lo spettro su tutti) Nesbø aveva studiato gli ambienti dello spaccio ad Oslo (“Che è come Gotham City”, spiega Vincenzi), ora l’intreccio conosce le tinte forti della pedofilia. Non ci sono sconti nelle descrizioni di Nesbø. Ogni dettaglio viene raccontato: “E’ necessario per far riflettere i lettori” racconta lo scrittore.

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Vincenzi incalza: “Jo, sei tu Harry Hole”. Segue un “Ehm...” di Nesbø che la dice lunga. Si parla poi della fama. Nesbø è tra gli autori di thriller più venduti e tradotti al mondo: “Ma non è possibile pianificare il successo. Bisogna creare i propri libri come una casa. Io li costruisco sempre nello stesso modo. Invito i lettori ad entrare, lasciandoli liberi. Ma sono poi io a decidere cosa servire per cena”. Il tutto in ossequio ad una famosa dichiarazione di Tom Waits, che incontrò il vero successo commerciale dopo svariati album. Alle domande dei giornalisti (“Come ha fatto a scrivere un disco di successo?”), il cantautore rispose in modo piccato: “Faccio la stessa musica da 15 anni. Siete stati voi ad arrivare a me adesso, non io da voi”. In sostanza, secondo il credo nesbiano, è il pubblico ad andare dall’autore, non viceversa. Per quanto riguarda la scelta di una trama, secondo Nesbø è vero il contrario: “Bisogna affidarsi ai lettori, rendendoli registi del libro. Sarebbero loro a dover essere pagati, non io”. Scrittore dal curioso passato (calciatore, giornalista, broker), Nesbø tuttora affianca la carriera di musicista a quella di giallista e autore di libri per ragazzi. Ma è inevitabile, poi, toccare l’argomento cinema. Nesbø è da sempre tra gli scrittori più coccolati dai registi. Pare che Di Caprio abbia comprato i diritti dei libri e che De Niro non riesca a dormire prima di aver finito un libro di Nesbø. Sembra ovvia, quindi, una prossima incarnazione di Harry Hole sul grande schermo. L’autore spiega che il libro, al momento, che ha più probabilità di essere adattato per la pellicola è L’uomo di neve. Il produttore sarà Martin Scorsese.

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