Si scrive per pochi
11 9 2021
Si scrive per pochi

La figura di Goliarda Sapienza negli Epistolari

Se apriamo un manuale di letteratura del Novecento, troviamo molti autori e poche autrici, spesso nelle loro biografie troviamo delle famiglie o delle esperienze che hanno tentato di allontanarle dalla scrittura o in altri casi vicende editoriali difficili o una fortuna critica limitata.

In questi ultimi anni è sorto un interesse nel riscoprire alcune scrittrici che sono state spesso considerate di nicchia e tra queste possiamo collocare Goliarda Sapienza, la cui opera più conosciuta è L'arte della gioia. Questo romanzo ha avuto una storia editoriale complicata per i temi trattati (come l'omosessualità o una sessualità più libera), fu ultimato nel 1976 ma pubblicato integralmente nel 1994 e narra le vicende di Modesta, una donna che vive oltre le convenzioni sociali e quindi considerata immorale.

Per conoscere meglio la figura di Goliarda Sapienza, gli epistolari offrono un'immagine più intima e senza maschere della donna oltre la scrittrice. Nell'incontro tenutosi a Palazzo della Ragione, si è svolta la lettura di alcune epistole tratte da Lettere e biglietti, edizione curata da Angelo Pellegrino (marito di Sapienza) e pubblicato da La nave di Teseo.

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Attraverso la lettura espressiva di Paola Pace hanno trovato voce le parole della scrittrice dedicate ad amici e collaboratori tra cui Attilio Bertolucci, Enzo Siciliano e Piera degli Esposti. Interessante nella lettera indirizzata a Siciliano, editor della Garzanti, è la spiegazione di cosa significhi il femminismo per Goliarda: non si tratta del desiderio di rivincita e sopraffazione della donna contro l'uomo, ma la comprensione che tra di essi intercorre «un'armonia di contrari».

Questa presa di distanza dal femminismo fanatico viene ribadita da Simona Weller, amica dell'autrice sin dalla gioventù, che ricorda con affetto e commozione come Sapienza si batteva per portare nel proprio gruppo di scrittura non solo Virginia Woolf, ma anche Tolstoj o Henry James.

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Il lato profondamente umano di questa figura della letteratura italiana viene sottolineato da Alessandra Trevisan (Goliarda Sapienza. Una voce intertestuale) attraverso la descrizione dell'amicizia della scrittrice con Piera degli Esposti, attrice a cui diede tutto il suo supporto per sostenerla nella carriera e nella malattia. Nella lettere del 1977 emerge quindi il significato che Goliarda attribuisce all'amicizia fra donne: non si tratta di un «divano comodo, ma di una palestra» in cui scoprire l'altro e crescere insieme.

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