Solo ciò che è visibile, si conquista
11 9 2020
Solo ciò che è visibile, si conquista

Due giovani narrazioni di eredità a confronto

Dopo i vent’anni succede di trovarsi a fare i conti con la propria eredità. Chi siamo diventati? Chi vogliamo diventare? Quanto di quello che ci è stato trasmesso vogliamo continuare a portare con noi e quanto vogliamo invece rigettare; lasciare che quel tratto di carattere, quel modo di dire e quel gesto così preciso, nella generazione successiva si sfumi sino a perdersi come schiuma lasciata dall’onda sul bagnasciuga?

Non a caso i protagonisti di questo incontro, Anna Giurickovic Dato e Francesco Bolognesi, sono due giovani scrittori, entrambi impegnati a impregnare la carta di dubbi sul loro vissuto ambiguo di figli.

Anna Giurickovic Dato si presenta a FestivaLetteratura con il suo secondo romanzo, Il grande me, storia di tre fratelli che si trovano a dover affrontare, per la prima volta senza veli, il rapporto con il padre morente. Ciascun fratello incarna in maniera peculiare un tipo di legame che è possibile instaurare con l’eredità: dalla rinnegazione totale - il classico «non sarò mai come te» - a costo di sacrificare le proprie passioni, fino all'aderenza totale all'aspettativa paterna - «sarò come tu mi vuoi» - pur di ricevere un riconoscimento, un «brava» accompagnato da una pacca sulla spalla.

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La storia di Francesco Bolognesi è invece quella del suo primo libro, Dimenticare nostro padre, 66andsecond. Le vicende si dipanano in un paese di provincia, dove un gruppo di ragazzini delle scuole medie trascorre le giornate a giocare a calcio. Il calcio è il linguaggio che i padri hanno loro trasmesso. L’eredità che, senza aver scelto, si trovano a vivere e ad amare.

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Se, come scrive Goethe, ciò che abbiamo ereditato è da conquistare, è prima necessario riuscire a vederlo. I due scrittori ci avvicinano a un’idea di creazione letteraria come via per riconoscere l’eredità che ogni singolo individuo ha inconsapevolmente ricevuto. E attraverso il riconoscimento, potersi incamminare verso un futuro più deliberato. Hanno creato personaggi sulla carta per farsi aiutare da loro - figli narrativi, alter ego incarnanti le loro più intime qualità e anche loro opposti - ad aprire gli occhi sulla persona che vogliono diventare.

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