Sparlare tra amiche
9 9 2022
Sparlare tra amiche

Di Sally Rooney e di critica letteraria: le considerazioni di Giorgia Tolfo e Vincenzo Latronico

Occuparsi di critica letteraria perché si è interessati al mondo e non alla letteratura. Ma, in fondo, sapere che è quest’ultima che lo salva. Questo è l’ideale secondo cui operano la militante culturale Giorgia Tolfo e lo scrittore Vicenzo Latronico. Un’ideale per cui la critica serve a costruire un dibattito attorno all’opera d’arte, che sia tanto più di valore quanto più riesca a far parlare.

Critica non è una pagella, ma un processo che permette di sviscerare delle tematiche, anche problematiche, che ci fa comprendere meglio la realtà che abitiamo. Viceversa, la tendenza attuale ad appiattire il discorso letterario sui toni della celebrazione per dinamiche promozionali ha come risvolto una svalutazione dell’opera stessa. Il problema delle recensioni commissionate dai temi preimpostati che si collocano all'interno di una macchina editoriale è rilevante, come sottolinea Giorgia Tolfo «L’Italia è in una situazione con movimenti corali: quando un’opera deve essere elogiata o spinta le voci fuori dal coro sono rare e le voci dentro dal coro vengono rimesse nel sistema».

Criticare un’opera e stroncarla significa prenderla sul serio, ed è l’operazione che compiono Latronico e Tolfo nel secondo appuntamento del ciclo La parte dei critici, con un coinvolgente dialogo sulla produzione di Sally Rooney.

La giovane scrittrice ha pubblicato tre romanzi, accolti da un successo commerciale e da un’unanimità di recensioni calorose da parte della critica. Ciò ha portato a interrogarci su quanto sia reale il talento della scrittrice e quanto invece sia frutto di un’eccellente campagna di marketing. Durante l’incontro si è cercato di ragionare sulla sua produzione letteraria, per metterne in luce le discrepanze e tentare di comprenderla.

La capacità di vivisezionare i rapporti umani rende Rooney una scrittrice generazionale, in grado di rappresentare sapientemente le contraddizioni dei Millennials. L’ultimo libro, Dove sei mondo bello, si discosta dal suo stile iperrealista alternando le vicende della giovane protagonista con uno scambio epistolare in cui sono trattati grandi temi come cambiamento climatico, antropocene, marxismo e politica. Tolfo osserva che l'analisi svolta è molto superficiale, un discorso che si può ridurre ad un hashtag come #noglobalwarming, che sembra più un segnale lanciato che una reale presa di posizione. Si tratta di una superficialità della scrittrice o un discorso mimetico? È uno spaccato generazionale? Un discorso metaletterario? È un’astuzia?

Secondo la corrente del reader responsability dipende da cosa ci legge il lettore. Rooney è una scrittrice iperrealista: per la critica la vacuità e la leggerezza delle riflessioni sono un escamotage furbo, ma questo è già un sovradiscorso. È la critica ad aver arricchito un’opera che non c’è? Ogni lettore percepisce questo sistema di specchi riflessi? Tolfo si è trovata disorientata, ragionando su come la ricezione del pubblico possa essere mediata dalla campagna pubblicitaria: la collocazione pre-lettura che presenta un libro come un romanzo letterario o di intrattenimento ne modifica profondamente la percezione.

È impossibile parlare di Rooney senza considerare che è una giovane scrittrice soggetta a delle pressioni sociali ed economiche profonde, che l’hanno incastrata al ruolo di una scrittrice brillante dopo i primi due libri. Lo è o no, quindi? La critica non dà risposte ma vuole problematizzare, e se un’opera ci porta a prendere posizione è importante perché genera dibattito. Secondo Tolfo Dove sei mondo bello ha funzionato nel non funzionare: per questo motivo possiamo continuare a parlarne e sparlarne.

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