Tesi, protesi, sintesi
11 9 2021
Tesi, protesi, sintesi

Žižek, Carbone e gli strumenti della dialettica per interrogarsi sul cervello postumano

Slavoj Žižek è un filosofo sloveno di impronta marxista tra i più influenti al mondo. In dialogo con Mauro Carbone, docente di Estetica presso l’università di Lione, presenta a Festivaletteratura il suo nuovo libro Hegel e il cervello postumano.

Il titolo dell’evento fa riferimento alle tre fasi della speculazione filosofica che consistono in: tesi (enunciato), antitesi (secondo enunciato che contraddice il primo) e sintesi, che supera e armonizza le prime due. Attraverso gli strumenti della dialettica dei suoi autori di riferimento, Hegel e Lacan, Žižek legge il mondo «postumano» di oggi con particolare attenzione ai progetti di cervello connesso e alle loro implicazioni morali e politiche. Ne è un esempio Neuralink di Elon Musk che produce interfacce neurali impiantabili per creare un collegamento diretto tra il cervello e le tecnologie di uso quotidiano.

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Se da un lato gli usi medici di questi studi possono rivelarsi miracolosi, dall’altro la loro applicazione alle esperienze e alle interazioni quotidiane ha degli aspetti che vanno problematizzati.

Mescolando esempi dalla cultura alta e dalla cultura bassa, Žižek si interroga su principi come quello della trasparenza e del godimento.

La trasparenza è ormai uno slogan, una parola d’ordine che ci viene imposta nella nostra esperienza quotidiana. Il filosofo arriva a mettere in dubbio il principio del consenso di alcuni movimenti femministi secondo cui «yes means yes» e l’inconscio freudiano sembra pertanto superato. Il problema sta nel fatto che questo ragionamento presupporrebbe che ciascuno di noi sappia sempre con piena coscienza cosa vuole, il che non è esattamente automatico, per cui anche un sì può non significare necessariamente sì e anche nel consenso esplicito si può annidare la violenza.

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Del godimento il filosofo sostiene che è diventato il comandamento del super io moderno, al punto che quando abbiamo l’impressione di non godere ci sentiamo in colpa. In questo senso, risulta rinnovato e fondamentale il compito della psicanalisi, non tanto nel rimuovere gli ostacoli al nostro godimento, quanto invece nel liberarci dalla pressione incessante a godere che sentiamo. La repressione del desiderio si ribalta nel desiderio di repressione: «godiamo della rinuncia del godimento».

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Il senso dello sforzo umano, conclude Žižek, sta nell’avere l’ostacolo appropriato. Se viene meno l’ostacolo, non riusciamo a ottenere l’oggetto del desiderio, ma al contrario perdiamo tutto, desiderio incluso. Un cervello direttamente connesso alla tecnologia imporrebbe la rimozione dell'ostacolo. Žižek descrive infatti nel suo libro la possibilità di una connessione universale come «la distopia di una marmellata spirituale collettiva» e difende invece la resistenza che l’inconscio umano potrebbe esercitare in quanto non assorbibile in questa marmellata.

Il ruolo degli «assenziali», di ciò che non esiste e per questo persiste, è fondamentale affinché la macchina del desiderio umano funzioni.

Festivaletteratura