Ti spiego le nuvole!
11 9 2021
Ti spiego le nuvole!

Riccardo Falcinelli racconta il ruolo delle nuvole nelle arti visive

Vi siete mai chiesti che ruolo hanno le nuvole nei film, nei dipinti, nei cartoni animati o nella fotografia?

Riccardo Falcinelli guida l’attento pubblico nell’Aula Magna dell’Università in un affascinante viaggio attraverso le nuvole. Si parte con una carrellata di foto di nubi che i presenti osservano con accortezza, ma è solo l’incipit per poi parlare di nuvole artificiali: i modi con cui gli uomini negli ultimi secoli hanno inventato, disegnato, creato le nuvole, e come le hanno usate per raccontare delle storie, per significare delle cose, per suscitare emozioni.

«Quando si guardano le nuvole in un quadro, chiedersi a quale altro materiale assomigliano è una buona cosa»

Uno dei giochi frequenti dei bambini è quello di riconoscere delle figure nelle nuvole, ciò è possibile perché ogni volta che guardiamo un’immagine abbiamo già in testa un'enciclopedia visiva. Le immagini artificiali hanno successo proprio perché si basano su questo meccanismo, su quello che in parte già sappiamo.

Inizia quindi con il quadro White cloud di Rothko una successione di immagini dove le nuvole giocano un ruolo fondamentale nella comunicazione di opere quali film, dipinti, fotografie, illustrazioni.


La domanda fondamentale non è quindi “che forma hanno le nuvole?”, ma “che ruolo hanno?”.

Nel campo cinematografico, nella pittura e nella fotografia, ricercare la condizione favorevole delle nuvole è infatti importantissimo, sia per garantire alla scena movimento e profondità (se ad esempio la ripresa prevede di seguire un oggetto che vola su un cielo sereno, tinta unita, l'effetto ottico ottenuto nella proiezione sarà di un aereo fermo), sia per caricarla di maggiore incisività, forza e attribuirle specifici significati, magari rievocando particolari stati d'animo.

Rifacendosi a Montale e a T.S. Eliot l’autore introduce il concetto di “correlativo oggettivo”: «Le cose dipinte non servono per raffigurare il mondo, ma per essere l’analogo emotivo psicologico di una condizione esistenziale». Le nuvole dipinte, quindi, sono correlative oggettive, e saperlo fa sì che quando le guardiamo riconosciamo di guardare non un paesaggio ma un’idea, un sentimento.

La digressione ripercorre opere di Scorsese, Howard Huges, Thomas Benton, Ansel Adams, Monet, Tiepolo, Van Gogh, Friedrich, Takahata, Hokusai, Miyazaki, confrontando la forma delle nubi che Falcinelli descrive come cuscini, meringhe, conchiglie, sassi, riccioletti, merletti, filamenti e sottolineando la differente rappresentazione delle nuvole tra oriente e occidente.

«Le nuvole a riccioletto sono una cosa tipica della cultura orientale».

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