Tra noir e commedia
9 9 2016
Tra noir e commedia

Alessandro Robecchi e Luigi Caracciolo discutono di noir, gialli e del nuovo romanzo "Di rabbia e di vento"

Luigi Caracciolo presenta Alessandro Robecchi come un Odisseo, «uomo d’ingegno, ma perfido», alludendo alle complesse referenze e alla struttura dei suoi libri in cui nulla sembra essere lasciato al caso. Luigi Caracciolo infatti «investiga» i tre romanzi gialli – o noir – di Robecchi alla ricerca di ogni dettaglio nella struttura del romanzo, dalle epigrafe alle citazioni ai modelli del poliziesco.

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Tre romanzi in serie tra il genere noir e il giallo che raccontano le vicende di Carlo Monterossi, personaggio ideato e che ormai «sfugge» al volere del suo autore. L’ultimo pubblicato, Di rabbia e di vento, vuole essere il racconto di un’indagine composta da più piste: quella di Carlo, malinconico e insoddisfatto di sé, che ama più essere un detective che lavorare in TV, e quella ufficiale, scientifica. Secondo Luigi Caracciolo l’investigazione del romanzo richiama la parola inglese cluedo – proprio quella che dà il nome al famoso gioco di società – che significa “disporre in una matassa”. Scrivere un giallo è infatti «disporre dei fili che si uniscono in un’unica treccia», a creare un tessuto narrativo in cui il lettore e l’autore sono uniti da un patto di solidarietà al fine di svelare l’enigma del delitto da sciogliere.

Nell’intreccio personaggi, ambienti, luoghi si impastano con una successione di scene e di eventi che muovono l’azione.

Infatti di fianco all’investigazione Alessandro Robecchi ribadisce l’importanza dello scenario: la «Milano come la vedo io», lontana dalla Milano da bara fatta di pregiudizi e luoghi comuni, dal triangolo della moda alla settimana del design, dal grigiore al lavoro frenetico, le belle macchine, gli stipendi alti. «Il mio personaggio mescola le sue esperienze con più ambienti» vive «le milano», quella delle periferie, delle etnie e delle diversità sociali.

Alla fine dell’evento, però, Alessandro Robecchi si rivela un appassionato del poliziesco, affezionato ai suoi personaggi più che come un ingegnoso Odisseo: «Amo inventare e raccontare storie: è divertente, ed è un mestiere infinito, in cui non vi è mai una conclusione».

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