​Tumbas: Superare le barriere del tempo
9 9 2016
​Tumbas: Superare le barriere del tempo

Viaggio attraverso le tombe di grandi poeti e pensatori

«Qualsiasi cosa facciamo con le tombe è irrazionale, perché pensiamo sempre che i morti si interessino ai segni che noi lasciamo per loro» afferma lo scrittore Cees Nooteboom durante l’evento in cui l’autore ha risposto alle domande a proposito del suo ultimo libro Tumbas. Tombe di poeti e pensatori, poste da Piero Dorfles, giornalista e critico letterario.

Benché il tema delle tombe possa sembrare macabro e lugubre, Nooteboom lo ha fatto in allegria: lettura, letteratura e poesia sono state le vere protagoniste dell’incontro.

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I sepolcri sono delle macchine del tempo e il peregrinare tra le tombe è una capacità dell’uomo di convivere con il passato, con i grandi e con i piccoli eventi per farli sopravvivere nella storia e nei luoghi. Dorfles descrive l’autore come uno che «scrive viaggiando e viaggia scrivendo, acquisendo una visione del mondo molto ampia nella sua vita da instancabile viaggiatore, da testimone di grandi eventi come la caduta del muro di Berlino e, non ultimo, da giornalista». Dopo aver descritto alcune delle tombe trattate nel libro durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, passando da Virginia Woolf a Stevenson, da Joyce a Baudelaire, l’autore ha parlato della poesia e dell’Olanda, il suo Paese natale dove, quando una persona muore, è consuetudine usare un verso letterario per ricordare la sua vita e per elogiare le opere del defunto. L’autore infatti sostiene l’impossibilità di comunicare con i morti attraverso lettere e messaggi lasciati sulle tombe, poiché al contrario sono questi che si manifestano a noi mediante le loro opere, nelle quali continuano a vivere.

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Delle tantissime tombe visitate dall’autore, nel suo libro ne sono state inserite solamente ottanta, perciò Nooteboom ha esortato gli spettatori a viaggiare e a scoprire le tombe degli scrittori che non è riuscito a raccontare.

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