Ultima poesia
8 9 2019
Ultima poesia

Una «sospensione visionaria» in versi, musiche e immagini

«La poesia è un altrove, ma non c’è altrove che non parta da qui». Con questa breve e suggestiva riflessione si è aperto l’incontro dedicato a Ultima, un progetto artistico che raccoglie un gruppo di quattro giovani poeti contemporanei: Tommaso Di Dio, Giuseppe Nibali, Damiano Scaramella e Fabrizio Sinisi. Alla domanda «Che cos’è la poesia?» non c’è un’unica risposta, essendo essa legata alla sfuggevole dimensione del sentire umano, ogni individuo e ogni animo trova una propria risposta.

Per il progetto Ultima la poesia è «un’arte della conoscenza» e «un’occasione di visione», una rivelazione composta da parole e immagini, un’esperienza onirica e conoscitiva simile a quella provata dall’oracolo del mondo classico, che avvicina l’uomo al divino.Gli autori vogliono proporre una «sospensione visionaria» dal qui e ora, realizzata attraverso una commistione di diverse forme di linguaggio: i versi composti dai quattro autori sono accompagnati da frammenti di video e di musiche, prodotti da Tony Light.

(caricamento...)

La struttura del loro progetto artistico è tripartita in tre volumi, che presentano contenuti molto diversi fra loro. Il primo volume, Eden, è una raccolta di saggi che introduce allo stile e alle ragioni della loro poetica, una sorta di manifesto. Il secondo volume, Overview effect, è composto da materiali preparatori, da tutto ciò che è stato d’ispirazione, dai retroscena; infine il volume conclusivo, Vox, raccoglie in sé l’esito del processo creativo, ovvero la produzione poetica di Ultima.

Soffermandosi su Overview effect, come spiega Tommaso di Dio, la scelta del titolo è piuttosto significativa in quanto paragona la poesia al cambiamento cognitivo prodotto dall’effetto della veduta di insieme. Come gli astronauti, dopo un iniziale senso di spaesamento, raggiungono una nuova consapevolezza di fronte all’immagine lontana della Terra, quando leggiamo dei versi compiamo un viaggio fuori dall’umano e ritorniamo con una maggiore coscienza del nostro rapporto con il mondo.

Esperienza questa, che gli autori di Ultima rintracciano anche nella tradizione letteraria del topos del viaggio nell’oltremondano, come nel caso di Dante abbagliato dalla luce divina o di Orfeo che scende nel freddo regno dell’Ade: «la poesia non è vera o concreta, ma produce un’esperienza o dei sentimenti veri, come lo sono la gioia e il dolore che proviamo quando ci risvegliamo da un sogno».

Festivaletteratura