Una politica dal respiro lungo
2 9 2018
Una politica dal respiro lungo

L’invito di Mujica ai giovani: «Lottate!»

«Io vado per il mondo parlando ai giovani. Sono i giovani a dare senso al miracolo che è la vita e saranno loro a dover lottare per il cambiamento culturale». José “Pepe” Mujica non ci mette molto a incantare il Teatro Sociale. Ad accompagnare l’ex presidente uruguaiano sul palco Andrés Danza ed Ernesto Tulbovitz, gli autori di Una pecora nera al potere, libro che riporta le interviste fatte a Mujica prima e durante il suo suo mandato.

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È però proprio quest’ultimo a prendersi tutta la scena e comincia salutando gli italiani (che sente «compatrioti» suoi) con un tema che sarà molto caro all'edizione di quest’anno di Festivaletteratura: la migrazione. Mujica ricorda i milioni di italiani arrivati al Rio della Plata per sfuggire alla miseria dell’Europa, tra Ottocento e secondo dopoguerra: «gente come mio nonno, morto durante una festa, mentre festeggiava il giorno dell'Unità d'Italia». Mujica li paragona a «uccelli che dovevano fare il nido altrove» e ricorda che all’epoca, senza cellulari e tecnologia, «migrare significava dire addio, lasciare tutto».

Dopo il saluto fatto alla sua maniera, l’ex presidente s'interroga insieme al pubblico sulle grandi questioni dell’umanità. Prima fra tutte l’amore («un grido imperioso, che fa del mistero della vita un mistero ancora più bello») e il concetto di felicità. Anche qui, Mujica sembra avere la risposta pronta, ma chi ascolta sa che ogni parola è frutto di una vita vissuta in modo unico. «La felicità non si può comprare in una busta al supermercato. La semplice ricchezza non ci assicura la felicità». Il suo è un appello a rimettere al centro valori come l'uguaglianza e il rispetto verso un mondo che non può sostenere l'attuale modello di sviluppo.

L’interesse per gli affari però regna, spiega ancora “Pepe”: si pensa solo alle necessità del mercato, tralasciando le vere necessità umane. Alla fine dell'incontro, esorta i giovani a lottare con tutte le loro forze per quel cambiamento culturale che serve per superare le sfide che bisognerà affrontare in questo millennio.

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