Vedere il mondo a metà del Mediterraneo
11 9 2021
Vedere il mondo a metà del Mediterraneo

Fouad Laroui e Cristina Vezzaro con Bruno Gambarotta sulla linea sottile tra narratore e scrittore

Qual è la differenza tra un narratore ed uno scrittore? In dialogo con l’autore nato a Oujda, in Marocco, laureato a Parigi, attualmente residente ad Amsterdam Fouad Laroui, Bruno Gambarotta giunge alla conclusione che questi due termini, per quanto simili ed apparentemente sinonimi, siano separati da una linea sottile. «Lo scrittore scrive per essere apprezzato in quanto tale; il narratore vuole raccontare una storia per il piacere di farlo», per questo le storie molto aneddotiche che animano i libri del romanziere di origine marocchina e qualsiasi conversazione tenuta con lui non fanno che confermare la sua indole di irriducibile narratore.

Da questa sua innata attitudine al racconto, spesso condito da una buona dose di umorismo, assieme ad una preparazione matematica, scientifica, economica, filosofica e storica molto approfondita, ed al connubio di multilinguismo e transculturalità, prendono vita nei suoi romanzi, e in special modo nell’appena pubblicato Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine, innumerevoli giochi di parole e di situazioni tra le diverse lingue (l’arabo ed il francese) e le differenti culture, quella marocchina e quella europea, da cui si generano incomprensioni che, molto più che soltanto intrattenere divertendo, spingono il lettore a riflettere fuori dagli schemi di ciascun individuo.

Tuttavia, la narrazione di Laroui non sembra mirare alla mera rappresentazione di innumerevoli stereotipi e ostinati preconcetti , bensì, come evidenzia la traduttrice italiana di tutti i suoi libri Cristina Vezzaro, a muovere una critica in modo imperterrito, da un lato, «alla supponenza europea, alla visione eurocentrica del Marocco, alla politica postcoloniale»; dall’altro, ad esibire una malcelata disapprovazione «dell’incapacità dei marocchini ad assumersi le proprie responsabilità individuali e dell’apparato statale del Paese che impedisce allo Stato marocchino di progredire e al contempo permette agli estremisti islamici di avanzare».

Lo sguardo del romanziere, tra le due rive del Mediterraneo, non perde d’occhio nemmeno le contraddizioni interne al proprio Paese d'origine. Come ad esempio la continua negoziazione tra il desiderio di restare fedeli alla tradizione con il forte senso di appartenenza alla famiglia che talvolta può anche portare a delle raccomandazioni o a dei favoritismi, ed il bisogno di affermarsi come individuo dettato dalla modernità. Il racconto dell’intersezione di queste tendenze all’interno, così come quello dell’incontro tra l’Occidente e l’Oriente, con la messa in discussione dei contrasti e dei fraintendimenti che ne scaturiscono, vogliono contribuire alla «costruzione di un racconto universale» nel quale ognuno possa sentirsi «accolto e compreso» .

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